In questa prima metà dell’anno, fra i libri capaci di catturare l’attenzione dei lettori più interessati alle tematiche dell’orrore e del sovrannaturale in letteratura figura senz’altro il volume curato da Pietro Guarriello e tradotto dall’inglese dal prof. Riccardo Rosati “Vita (e morte) di un gentiluomo”, che ripercorre infanzia, gioventù e ultimi anni di vita del celebre maestro dell’horror americano Howard Phillips Lovecraft.
Il testo offre ai lettori italiani alcuni studi su Lovecraft e alcuni documenti particolarmente interessanti (fra cui vere e proprie rarità), come il diario di morte, le disposizioni testamentarie ecc. del “Solitario di Providence”, capaci di fornire uno spaccato quanto mai completo sull’intera parabola esistenziale dell’autore dello pseudobiblion di culto Necronomicon e di tante altre fortunate opere sull’orrore cosmico e metafisico in grado di formare negli anni un vero e proprio immaginario collettivo condiviso da migliaia di lettori nel mondo.
Scrittore, poeta, critico letterario e saggista statunitense, Howard Phillips Lovecraft è riconosciuto tra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme al connazionale Edgar Allan Poe e considerato uno dei precursori della fantascienza angloamericana contemporanea. Le sue opere, a metà tra horror, fantascienza e fantasy, furono da lui stesso denominate col termine weird fiction ( “weird” in inglese sta per “strano”), e sono alla base del moderno e popolare genere letterario del new weird. Tra di esse racconti come Dagon, Il richiamo di Cthulhu e L’orrore di Dunwich, e romanzi quali Alle montagne della follia e La maschera di Innsmouth, solo per citarne i più celebri.
Nell’itinerario bio-bibliografico proposto in queste pagine da Guarriello e Rosati è possibile seguire per intero lo sviluppo filosofico di HPL in quanto ampio spazio viene concesso anche agli aspetti più riposti del pensiero e della vita dell’autore nordamericano. Come spiega Riccardo Rosati nella sua conclusiva Nota alla traduzione, i documenti diretti e indiretti qui raccolti «possono essere classificati in tre distinti gruppi: scritti di carattere biografico, opere saggistiche e ricordi personali».
L’opera consta di quattro capitoli: “Gli ultimi giorni di H.P. Lovecraft. Quattro documenti”; “Sulla morte di Lovecraft. Testimonianze”; “Ciò che resta di H.P. Lovecraft” di John B. Michel e una “Nota alla traduzione” di Riccardo Rosati. I testi sono corredati in appendice da un album fotografico che va dal 1891 al 1936, anno precedente la morte dell’autore, e dai necrologi di eminenti personalità letterarie del tempo. Tutto il materiale raccolto e puntualmente introdotto e annotato dai curatori è impreziosito da una Prefazione di Gianfranco de Turris.
Siamo convinti che la lettura di questa pubblicazione possa fungere da viatico alla conoscenza dell’opera babelica e avvincente e della difficile e spigolosa figura dell’autore che disse di sé: “Sono talmente stanco dell’umanità e del mondo che nulla suscita la mia attenzione se non comporta almeno due omicidi a pagina, o se non tratta di innominabili orrori provenienti da altri spazi.”
Vita (e morte) di un gentiluomo. Infanzia, gioventù, e ultimi giorni di Howard Phillips Lovecraft, a cura di Pietro Guarriello, traduzione di Riccardo Rosati, prefazione di Gianfranco de Turris, La Torre Editrice, San Marco Evangelista (CE) 2022, pagg. 376, 28,50 euro.