Nelle ultime settimane Marcucci, Fioroni, Chinnici, Borghi, Cottarelli hanno abbandonato il Pd, avviando uno stillicidio, che non sembra preoccupare molto la segretaria del PD, Elly Schlein. Certo, si può fuggire per vari motivi, non ultimi quelli opportunistici, utili a condannare scelte indigeste. Ma, quando a fuggire è gente che dichiara di ‘sentirsi incompatibile con la linea della segreteria’ (Cottarelli), il problema è davvero grave perché è politico. E interessa anche chi non orbita attorno ad un partito la cui storia si intreccia strettamente con quella dell’intero Paese. Che deve preoccuparsi della deriva, cui sembra inesorabilmente avviato il Pd, soprattutto perché può segnare la scomparsa di una Sinistra dinamica, attiva, progressista, seriamente impegnata sul fronte del lavoro, nella difesa dei diritti e nel mondo della cultura. Il che provocherebbe uno strappo devastante nel già logoro e sfrangiato tessuto politico-elettorale italiano.
Pertanto, il solo pensiero che una Sinistra così necessaria alla vita politica nazionale possa implodere in tempi brevi, con effetti difficili da prevedere, dovrebbe preoccupare tutti. Ma proprio tutti! C’è da temere, infatti, che possa essere fagocitata, anche sotto forma di semplice alleanza elettorale, dal Movimento 5stelle, la cui incompetenza governativa abbiamo ben sperimentato solo qualche semestre fa. O che possa frammentarsi in più gruppi: quello dei duri e puri di comunista memoria, quello degli estremisti alla Bonelli e Fratoianni, quello dei ‘filociquestelle’ che si riconoscono nella Schlein, quello dei voltagiacchetta, che nelle fibrillazioni e nelle frantumazioni dei partiti si moltiplicano come i pani e i pesci di evangelica memoria. Insomma, sullo scenario politico italiano incombe una prospettiva nebulosa ed allarmante, che dovrebbe indurre la segretaria del Pd ad escogitare, a mente fredda, e non a caldo come spesso fa, rimedi validi per evitare l’implosione del suo partito. Seri, efficaci, utili.
È quasi un dovere, per lei, che parla sempre di diritti. Un dovere non solo nei confronti del proprio elettorato. Ma dell’intera nazione.
Questo succede quando a votare per il segretario non sono gli iscritti. Ormai la guerra non è tanto contro la Meloni e il governo ma tra la Schlein e Conte è personalmente non so quanto sia produttiva questa guerra
Mussolini fu un grande giornalista che si diede alla politica. Ondeggiando tra destra e sinistra. Sempre cercando lo scoop…Governò complessivamente bene fino al 1935, alla sciagurata Guerra d’Etiopia. Male in politica estera, da quel momento, e circa le Forze Armate. Il guaio fu che gli italiani, sempre cercando eroi, fecero di lui il DUCE che ha sempre ragione ecc. Si illuse ed illuse un popolo che sempre cerca illusioni. Sbagliò, in grande, quattro volte almeno: Patto d’Acciaio, entrata in guerra, Patto Tripartito, Guerra agli USA (!). Non era un crudele o un ladro, certo, ma per essere un grande statista non basta, non devi finire come lui…
Era per l’articolo sulla pietas di Craxi, pardon….