Il ricordo/2. Renato Besana, il ritorno a Itaca e le identità profonde
"Instancabile cercatore di una profondità culturale per la destra italiana, generoso promotore nel 2012 con Marcello Veneziani di quel “ritorno a Itaca” che anch’io guardai con diffidenza e che in fondo anticipò soltanto di qualche mese la nascita di Fratelli d’Italia"
Detesto i coccodrilli e le frasi fatte. E so che Renato Besana non me lo perdonerebbe mai. Detestava il conformismo, proteggeva con la sua barba bianca la saggezza mai banale, intercalava a tosse e sigarette il gusto per la battuta acuminata che non lasciava spazio a replica. A chi poco lo conosceva poteva persino risultare antipatico, uno di quegli intellettuali bastian contrari e un po’ snob. In realtà Renato è stato un generoso militante delle idee, di straordinaria ironia e lucida coerenza. Lo ricordo animare – insieme ad un meraviglioso gruppo di pionieri – le pagine eretiche di Area, alle quali noi giovani innamorati della destra sociale ci abbeveravamo mensilmente.
Con Marzio Tremaglia
Lo ricordo al fianco dell’indimenticato Marzio Tremaglia (la cui prematura dipartita abbiamo ricordato proprio nelle scorse ore) ai tempi di “Destra destre” (correva il 1998) e del visionario tentativo di fare dell’Assessorato alla Cultura di Regione Lombardia un laboratorio di idee nel quale il pensiero identitario, conservatore e non conforme potesse trovare una casa. Lo ricordo come una penna brillante e un grande intellettuale si, ma mai sprezzante verso la politica, anzi desideroso di contagiarla, da apprezzato Assessore alla Cultura a Legnano e Parabiago, come da militante di partito; idealista ma pragmatico al punto giusto. Lo ricordo portatore di una visione poliedrica della cultura, da qui il suo impegno in alcune delle più importanti istituzioni culturali milanesi: dalla musica classica dei Pomeriggi Musicali, all’arte contemporanea della Triennale (dove incroció per lunghi anni le idee visionarie di un grande imprenditore liberale che ci ha lasciato anch’egli troppo giovane, Claudio De Albertis) fino al cinema con la Cineteca Italiana.
Itaca
Lo ricordo instancabile cercatore di una profondità culturale per la destra italiana, generoso promotore nel 2012 con Marcello Veneziani di quel “ritorno a Itaca” che anch’io guardai con diffidenza e che in fondo anticipò soltanto di qualche mese la nascita di Fratelli d’Italia. Quel giorno Renato c’era, perché con Giorgia avevamo costruito una nuova casa e il viaggio verso Itaca l’avevamo iniziato veramente. Lo ricordo non essersi mai risparmiato, come quando scrisse uno dei primi documenti politico-culturali di FdI dal titolo “Idee per un popolo sovrano”. Lo ricordo sempre disponibile per convegni e serate di ogni genere: dietro il tavolo da relatore o da moderatore, come in platea da spettatore, quando c’erano idee da far circolare lui c’era.
Allergico alle nostalgie
Lo ricordo allergico ad ogni nostalgismo e reducismo, consapevole però che la cultura nazionale del Novecento andava preservata tutta contro ogni censura del pensiero unico. Lo ricordo aspettare con impazienza il “governo dei patrioti” e, quando già la stanchezza aveva preso il sopravvento, sperare un giorno di poter tornare in Rai – nella sua amata e odiata Rai – a poter scrivere qualche pagina libera o a poter curare qualche documentario eterodosso. La stanchezza ha preso il sopravvento e non abbiamo fatto in tempo. Oggi lo ricordo come un amico che ci ha dato tanto e che non dimenticheremo. Ciao Renato.
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