La sorella di un militante di Azione Studentesca Firenze coinvolto nei fatti del Liceo Michelangiolo, dopo settimane di minacce, è stata costretta a cambiare scuola. Ha 16 anni e non ha mai fatto politica: frequentava proprio quel Liceo, lo stesso nel quale si sono fatte petizioni “contro la violenza” e lanciati appelli per “salvare la democrazia”.
È probabile che i responsabili delle minacce siano gli stessi che hanno posato – con il volto triste e la voce impaurita – davanti alle telecamere di LA7, fingendosi preoccupati per la “deriva squadrista” in atto. Commentare il fatto sarebbe superfluo: questa – da sempre – è la natura più intima di quel fenomeno psichiatrico che prende il nome di “antifascismo militante”. La quintessenza della vigliaccheria, avallata e coperta dall’alto con zelante complicità.
Avete letto qualcosa sui giornali? Qualche trasmissione televisiva ha invitato Selvaggia Lucarelli per parlarne? Non si è udito un coro di sdegno a reti unificate? Qualche preside ha scritto una circolare? Esiste un professore che ha provato a tamponare la cosa? La politica ha condannato fermamente il gesto? La ragazza sarà invitata in Comune e in Regione per raccontare l’episodio? Il sindaco si è precipitato sul posto? Quante interrogazioni parlamentari sono state depositate? Qualche associazione dai finanziamenti milionari ha forse chiesto la “chiusura” della scuola? Non si sono indette manifestazioni di piazza e scioperi? Certo che no.
Chiedetevi che cosa sarebbe accaduto a parti inverse e datevi una risposta.
Lasciate ai farabutti il palcoscenico televisivo e parlate con le persone, per strada, faccia a faccia, fate conoscere questa storia a tutta Firenze. Certo poi Valditara potrebbe portare l’accaduto all’attenzione del parlamento, anzi dovrebbe. Lo faccia, e subito !