
Nel secondo dopoguerra, quando la Germania era una nazione occupata militarmente dagli alleati occidentali a Ovest e dai sovietici a Est, nella Germania Ovest, non ancora chiamata Germania federale (era il 1951), fu pubblicato un libro che ebbe un travolgente successo e fu ampiamente diffuso e commentato fra i tedeschi. Si trattava de Il Questionario, scritto da Ernst von Salomon (1902-1972), ora riproposto dalla casa editrice Settecolori, dopo l’edizione edita da Longanesi nel 1954 con il titolo Io resto prussiano. Traeva ispirazione da un questionario che nell’immediato dopoguerra, con le città tedesche distrutte e ancora fumanti i comandi statunitensi sottoponevano a persone che ritenevano compromesse con il regime del Terzo Reich. Un interrogatorio di massa per radiografare il nazionalsocialismo in 131 quesiti. Lo scopo era fare il punto sui temi che avevano spinto il popolo tedesco ad avvicinarsi all’hitlerismo e nel contempo avere sotto occhio una materia ampia sulla base della quale procedere alla denazificazione. Oltre che conoscere persona per persona il livello di implicazione con lo Stato hitleriano.
Fu l’occasione per von Salomon di rispondere alla volontà degli Usa di umiliare e sottoporre a giudizio un popolo intero. Partendo dalle domande del questionario lo scrittore tedesco raccontò la sua vita e – implicitamente – quella di tutto il popolo tedesco in anni difficili, dalla Repubblica di Weimar in poi, sottolineando l’insulsaggine dei vincitori, per dimostrare che non erano migliori dei popoli vinti nel conflitto, per rimarcare i maltrattamenti che i tedeschi avevano subito dagli Alleati. Un atto di accusa che non risparmiava il nazionalsocialismo, beninteso, ma non lasciava spazio agli alleati né alla loro democrazia e alla loro libertà che espressero torturando von Salomon, dopo averlo internato in un campo di concentramento.
Il Questionario divenne, appena uscito, il primo libro discusso e letto in massa dal popolo tedesco. Rappresentava, capitolo dopo capitolo, il riscatto di una intera generazione. Era un’accusa pesante contro i vincitori che, dopo la fine della prima guerra mondiale, con l’imposizione del trattato di Versailles, avevano gettato le basi per la facile ascesa di Hitler al potere e la preparazione della seconda guerra mondiale.
Ernst von Salomon non aveva mai simpatizzato con il nazionalsocialismo. Apparteneva a quella schiera di intellettuali, scrittori, docenti, che non condividevano le idee di Hitler ma non intendevano lasciare la Germania, come altri fecero, e ingrossarono le fila della cosiddetta “Emigrazione interna”. E’ il caso di gran parte dei componenti del movimento della Rivoluzione Conservatrice (Spengler, i fratelli Jünger, Benn e altri) che pur essendo di destra si sentivano lontani dalla visione hitleriana del mondo.
Von Salomon nacque a Kiel nel 1902 e dopo aver frequentato una scuola militare viene inviato nella prestigiosa Scuola militare dei cadetti, dove lo spirito prussiano era ancora vivo. Mentre era in questa scuola nel 1918 si concluse la prima guerra mondiale con la sconfitta della Germania determinata non dal crollo delle armate tedesche ma dalla carenza di materie prime, rifornimenti, armi, approvvigionamenti. Alla fine del 1918 il Kaiser fuggì da Berlino lasciando la nazione nel caos. Si organizzarono i Corpi franchi, i Freikorps, con volontari che non consegnarono le armi e proseguirono la guerra difendendo i confini e i tentativi dei francesi e dei polacchi di occupare i territori. Von Salomon militò nel Corpo franco Liebermann affrontando i nemici nel Baltico. Ma l’episodio che segnò maggiormente la vita dello scrittore tedesco fu l’attentato al ministro degli Esteri Walter Rathenau che si concluse con il suo omicidio. Catturato il gruppo, von Salomon fu condannato al carcere duro e in quei pesanti anni definì la propria visione del mondo da soldato, militante, ardito. Scontata la pena non volle aderire al Partito nazonalsocialista e si ritirò dalla politica. Lavorava scrivendo sceneggiature per film. Convisse con Ille Gotthelft, una giovane ebrea. Il partito e lo Stato non gli crearono problemi. Era pur sempre rispettato per l’attentato a Rathenau.
Terminata la seconda guerra mondiale, fu subito arrestato dall’esercito Usa e tradotto in un campo di concentramento. Lì gli fu consegnato il Questionario da redigere.
*Il questionario, di Ernst von Salomon, Ed. Settecolori, pagg. 737, euro 32 (trad. di Pietro Gerbore)
Gli USA furono ipocriti e bugiardi sempre, almeno da quando, nel 1898, decisero di imporre la loro egemonia, geopolitica, economica ed ideologica, al mondo. Un milione di filippini, si calcola, furono sterminati nel 1899-1900. L’ordine delle forze militari americane di occupazione era chiaro: non si fanno ribelli prigionieri e si fucilano tutti i maschi maggiori di 10 anni. E pensare che Washington aveva preteso di giustificare la guerra alla Spagna col proposito di dare la libertà ai filippini!
Il Kaiser non lasciò Berlino nel 1918: era al quartier generale, a Spa, e dovette andarsene perché l’esercito era in rivolta e non gli veniva più garantita l’obbedienza.
I Freikorps non combatterono a ovest contro i francesi bensì a est, contro i russi bolscevichi e poi contro estoni e lettoni indipendentisti, e contro i polacchi nella zona confinaria della Slesia.
L’omicidio di Rathenau era stato preceduto da quello di Erzberger: ambedue si commentano da sé. Considerare eroe uno che vi ha partecipato, ugualmente si commenta da sé.
I tedeschi avevano massacrato qualche milione di europei, compresi gli ebrei, nel 1939-45: pretendere di identificare la civiltà europea con quella massa di assassini fa ridere, prima ancora di indignare.
Von Salomon avrebbe fatto molto meglio a fare autocritica per le ambiguità di quelli come lui, anziché lagnarsi degli americani cattivoni, che forse peccavano di superiorità e di astrattismo ideologico ma certo non riservarono a lui e ai suoi connazionali il trattamento che i tedeschi avevano riservato all’Europa.
I Freikorps combatterono a ovest contro i Francesi in Renania, quando questi, prendendo a pretesto il ritardo nel pagamento di danni di guerra occuparono la Ruhr saccheggiando la Germania delle sue risorse minerarie che venivano trasferite in Germania. E nella lotta di resistenza contro l’occupazione francese cadde fucilato nel 1923 l’icona esemplare del sacrificio dei combattenti dei Corpi Franchi: Albert Leo Schlageter. Von Salomon, il cui disperso verso liberalismo e capitalismo ed il braccio armato, il mondo anglosassone, rimase immutato dalla giovane età sono agli anni della maturità, quando si impegnò attivamente con i movimenti per la pace ed il disarmo nucleare. A guerra finita fu internato insieme alla convivente ebrea Ille Gotthelfr in quei campi dì concentramento americani in Germania dove fu fatto morire un milione di tedeschi. Questo a puntualizzazione quanto scritto da chi, temo, conosca poca lo storia tedesca, e niente della figura di Ernst von Salomon