Una storia semplice e complessa al tempo stesso, intrisa di solitudine e di ricerca, di ansia ed estraniamento, di contiguità, per tutta la narrazione, con la morte. Carbonio editore propone La festa del coronamento, dello scrittore svedese August Strindberg, secondo volume della “Trilogia della solitudine”, dopo Solo (Carbonio 2021). L’opera, scritta nel 1906, è tradotta da Franco Perrelli, ordinario di Estetica nell’Università di Bari, Premio Strindberg 2014 assegnato dalla Società Strindberg di Stoccolma.
La trama. Un uomo, un conservatore di museo, è in un letto, moribondo, vittima di un incidente con un cavallo, e vive la realtà dei suoi giorni nella deformazione di una febbre alta e della sedazione indotta dalla morfina. Si lascia andare e rivede, a ritroso, la propria esistenza, con la carente lucidità che le sue condizioni gli causano. I ricordi e le immagini sono deformate dalle emozioni del momento, dalla pervadente solitudine e dall’inadeguatezza che ha vissuto di fronte a un matrimonio borghese e perbenista del tutto infelice e componente mediocre della propria vita. Nella sua mente passano, come tanti fotogrammi, momenti belli e meno belli, amici, vicende. Su tutto questo, pervadente e onnipresente, incombe un “occhio verde”, la luce di una lampada di un uomo che abita di fronte, con il quale aveva avuto un diverbio divenendo suo nemico. A poca distanza si sta costruendo una casa e, fra i dolori dell’agonia, l’uomo sente le voci, i rumori ed è preda dei pensieri che rimandano a una sorta di flusso di coscienza, già presente in Joyce, Beckett, e aperti richiami all’opera di Honoré de Balzac (Strindberg, fa notare Perrelli nell’introduzione, meditava la realizzazione di una “commedia umana” svedese). Insomma, questo romanzo breve può definirsi un vero esperimento narrativo di straordinaria modernità.
Strindberg, oltre ai rimandi ai simboli, al detto e al non detto, alla gnosi e alla filosofia, al nichilismo, a convenzioni sociali, pone un interrogativo centrale in questo monologo: la costruzione della casa è solo la realizzazione di una dimora oppure è qualcos’altro, la ricerca di un senso, la volontà di raggiungere un significato, un compimento, come per i muratori la costruzione di un edificio passo dopo passo per gioire, alla fine, con la “festa del coronamento”, in uso fra le maestranze svedesi, quando un lavoro è terminato.
August Strindberg, La festa del coronamento, (traduzione e introduzione di Franco Perrelli); Carbonio ed., pagg. 139, euro13,50