Scritto nel 1928 e tradotto per la prima volta in Italia, “Bléche” è il romanzo in cui Drieu meglio dissimula gli elementi autobiografici che sono sempre presenti nella sua produzione narrativa e perfino saggistica. Il tema della decadenza, del declino dell’uomo e della civiltà, è profondamente sentito e vissuto dallo scrittore francese fino al punto da diventare il filo conduttore della sua opera, che ci affascina per quel suo essere una sorta di «lungo monologo autobiografico» (Alfredo Cattabiani).
Il protagonista del romanzo, Blaquans, è un affermato giornalista politico, che non vive però in famiglia, ma in una stanza disadorna d’un bel caseggiato nei pressi di Notre-Dame. È in questo luogo, che assomiglia vagamente alla cella di un monastero, che egli scrive i suoi articoli di fondo, meditando sui grandi temi dell’esistenza. Ma ecco d’un tratto accadere qualcosa che turba profondamente la sua quiete: la sparizione dei preziosi gioielli che la moglie gli ha regalato e di cui sospetta la sua segretaria, la giovane Bléche. In realtà dietro i sospetti nutriti nei confronti di Bléche si cela ben altro. All’indagine propria di un giallo sul presunto furto dei gioielli si aggiunge nel romanzo la serrata e sottile analisi psicologica sulla natura umana e sul rapporto problematico che lega l’uomo alla donna.
Considerato a torto tra le opere minori di Drieu, “Bléche” è senz’altro un piccolo capolavoro, un «romanzo di accadimenti e di inquietudine che è impossibile cominciare a leggere senza finirlo», come annotava la scrittrice Colette nel suo diario. L’amore, sembra volerci dire Drieu, è al giorno d’oggi una passione triste. Se la letteratura è una forma edulcorata della confessione, questa confessione ci riguarda tutti.
Un’operazione editoriale voluta da Eclettica Edizioni che consegna finalmente al pubblico italiano un romanzo importante, con la traduzione di Chiara Manificat ed un fondamentale saggio introduttivo di Sandro Marano, avvocato e scrittore, che ha pubblicato svariati libri di narrativa, di poesia, di saggistica, come il recente ‘Fare Verde. La terra e la rugiada’ (sempre per Eclettica). 160 pagine, 16 euro, formato 15×21.
Pierre Drieu La Rochelle (1893 – 1945) è stato uno dei maggiori intellettuali francesi del primo Novecento. Scrittore affascinante e lucido, nei suoi romanzi e nei suoi saggi descrisse la decadenza del suo tempo prendendo posizione contro il materialismo e il nichilismo dilaganti nell’Occidente. Avendo creduto, e proposto tra i primi, una confederazione dei popoli d’Europa contro i grandi blocchi americano, sovietico e asiatico che si andavano allora delineando e costituendo, si schierò negli anni Trenta con le rivoluzioni nazionalpopolari, che cercavano di trovare una terza via tra capitalismo e collettivismo. Al crollo delle sue speranze nella notte tra il 15 e il 16 marzo del 1945 preferì darsi la morte, con coerenza e dignità.
Tra i suoi romanzi e racconti ricordiamo “Una donna alla finestra” (1929) e “Fuoco fatuo” (1931), da cui furono tratti dei film con la regia rispettivamente di Pierre Granier-Deferre nel 1977 e di Louis Malle nel 1963, La “Commedia Charleroi” (1934) e “Gilles” (1939), il suo capolavoro.
*”Bléche” di Drieu La Rochelle, 160 pagine, 16 euro, Eclettica edizioni