“Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) è stato previsto quale strumento di salvaguardia della stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e di sostegno alla stabilità dei Paesi aderenti all’Unione europea, che dovessero trovarsi in gravi difficoltà finanziarie”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo al Question Time alla Camera.
“Ricordo, inoltre, che le modifiche al Trattato istitutivo dal Mef sono state oggetto di un negoziato chiuso a dicembre 2020 e sono state sottoscritte con la firma di uno specifico accordo modificativo il 27 gennaio 2021 dall’Italia e da altri diciotto Stati membri aderenti all’euro – ha aggiunto – a decorrere da quella data chi ci ha preceduto non ha portato in consiglio dei ministri il relativo disegno di legge di ratifica. Tale dato appare importante anche in considerazione del fatto che a far data dal 18 gennaio 2022 tutti gli aderenti tranne l’Italia e la Germania avevano proceduto alla relativa ratifica”.
Il ministro ha riconosciuto “l’impegno assunto dall’Italia e che allo stato tutti gli altri aderenti abbiano proceduto alla ratifica, ma alla luce dei dati fattuali prima ricordati emerge con chiarezza la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del Trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in Parlamento, anche tenuto conto di quanto emerso dal recente atto di indirizzo approvato dalla Camera. Aggiungo, inoltre, come da più parti evidenziato, il Mes ‘appare una istituzione in crisi e per il momento in cerca di una vocazione. In parte per colpa sua, in parte no, è un’istituzione impopolare. Nessuno fra i Paesi europei ha voluto chiedere la sua linea di credito sanitaria’”. Per Giorgetti “l’impianto attuale del Trattato istitutivo del Mes appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che, a monte, siano valutate modifiche relative al contenuto del Meccanismo”.