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Aspide. “Un volto nella folla” di Schulberg, romanzo preferito da Tom Wolfe e Spike Lee

Il protagonista del racconto, Larry “Lonesome” Rhodes, è un cantastorie, che, arriva a trattare da pari a pari con Churchill e Stalin...

by Camilla Scarpa
14 Dicembre 2022
in Libri
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“Un volto nella folla” di Schulberg

Nel 1963, in seguito ad un omicidio a tinte razziste avvenuto a Baltimora ai danni di una cameriera di colore, Bob Dylan decise di scrivere una canzone sulle note di “Mary Hamilton”, una ballad folk settecentesca di origine scozzese, amata e interpretata anche da Joan Baez: nacque così “The lonesome death of Hattie Carroll”, una delle gemme di “The times, they are a-changin’”, in cui il talento di cantastorie “with a voice like sand and glue” di Dylan si manifesta in tutto il suo splendore. 

E non è certo un caso che “Un volto nella folla” di Budd Schulberg, uscito in America una decina d’anni prima dell’album di Dylan con il suggestivo titolo “Your Arkansas traveler” e solo nell’ottobre scorso in Italia per i tipi di Mattioli 1885, con il titolo del film di Elia Kazan ad esso ispirato, sia dichiaratamente, per sua stessa ammissione, uno dei libri che più ha influenzato Dylan nella sua composizione, nonché uno dei libri preferiti di Truffaut, Tom Wolfe e Spike Lee. 

Lo stesso protagonista del racconto, Larry “Lonesome” Rhodes, è un cantastorie, che, partendo con la sua chitarra da una piccola stazione radio di un paese immaginario, grazie al suo talento da self-made man e a un pizzico di fortuna arriva a trattare da pari a pari con Churchill e Stalin alla vigilia della seconda guerra mondiale, incrollabilmente convinto della sua missione di rappresentare la voce dell’America pragmatica, tradizionale e rurale – alcuni ben informati sostengono che Donald Trump, nella sua ascesa economica e politica, si sia ispirato proprio a Lonesome Rhodes; ma niente paura, “Lonesome aveva appena avuto un grave caso di successo americano, tutto qua”, ci rassicura Schulberg, per il tramite di Marcia Coulihan. 

Già, perché la voce narrante del racconto – nonché un elemento fondamentale dello strabiliante successo di Lonesome Rhodes – è lei, Marcia Coulihan, la sua segretaria, amica, tuttofare e, nei momenti bui, anche quasi-signora Rhodes, una donna con i piedi per terra che “non sapev(a) dire se fosse innamorata di lui. Lo chiamerei al 90% disgusto, e al 10% istinto materno”, e che “si chiedeva se un analista le avrebbe detto che Lonesome era stato una specie di figura paterna nella sua vita” e ancora “per metà era innamorata di lui e per metà voleva solo sbarazzarsene e dargli anche un calcio di addio sui denti”. 

Come molti americani della upper class, vittime e al contempo carnefici della società dello spettacolo che hanno contribuito a creare e che Schulberg tratteggia magistralmente in qualche decina di pagine costellate di frasi lapidarie e musicali che sembrano versi di canzoni, Marcia, “snob di istinto e democratica di convinzione” trova Lonesome “offensivo, […] volgare ed efficace”, e inspiegabilmente dotato di un “certo fascino animale che la metteva a disagio”. 

“Un volto nella folla” di Schulberg

Ma è poi davvero così inspiegabile il fascino che i Lonesome Rhodes esercitano sull’America e gli americani? No, dopotutto, dal momento che, secondo l’autore, “questo paese aveva un anelito inesausto per le sue frontiere perdute, nel modo in cui una madre piange un figlio tirato sotto da un camion a sette anni. La canzone della frontiera è finita, ma oh, come prosegue la melodia… Ecco perché non ci fidiamo dei razionalisti e dei professori!”. Ed è così che il paese dei disincantati (anche qui, non a caso, il titolo del più famoso tra i romanzi di Schulberg) diventa in un baleno il paese più facile da incantare, con buona pace degli analisti di storia politica e dei radical chic di tutto il mondo. E se questa ricetta perfino un po’ nostalgica, come quella della torta rovesciata all’ananas della mamma di Lonesome, non si applica anche all’Italia di qualche anno fa – quella di un certo premier self-made, menestrello e donnaiolo, che inorridiva la gente bene ma innamorava le casalinghe – beh, non sapremmo trovarne di migliori. 

*Un volto nella folla” di Schulberg (Mattioli 1885, euro 10)

@barbadilloit

Camilla Scarpa

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