Se la lingua è razionale, discorsiva, e quindi può interpretare, “il simbolo desta presagi”. Lo sosteneva Johann Jakob Bachofen (1815-1887) affrontando il tema del Simbolo, parte imprescindibile della costruzione del mondo della Tradizione (Mito, Rito, Simbolo), e ricorrente in tante parti del mondo dell’antichità fino a qualche secolo fa.
Adesso è tornato in libreria un classico di Bachofen, giurista, storico e sociologo svizzero, Il simbolismo funerario degli antichi, che spiega bene la concezione della morte e della vita degli antichi ma anche, più in generale, la forza del simbolo nelle civiltà dei popoli dell’antichità e la loro visione dell’esistenza. Una forza ricorrente in varie civiltà. Non è un caso che Bachofen affermò: “Da un capo all’altro della terra si mostra una comunanza di concezioni di base che, grazie alla ricerca nelle sue attuali dimensioni, di giorno in giorno otterrà maggior conferma”.
Il libro si apre esaminando il simbolismo dell’uovo che nelle antiche civiltà aveva grande importanza. Era un simbolo che richiamava il ritorno del morto in vita, sulla terra. L’antico tema della reincarnazione. Poi Bachofen affronta il significato delle tre uova misteriche, come segno di iniziazione, l’uovo di Bacco e, più in generale, il senso dell’uovo nelle tombe antiche. Analizza anche l’uovo nelle pitture pompeiane, l’uovo e i giochi, i santuari e i culti legati all’uovo e al suo simbolismo, le implicazioni numeriche, le connessioni con il serpente. Nella seconda parte lo studioso affronta i reperti e le testimonianze antiche che finiscono per arricchire la costruzione simbolica. L’autore restituisce in questo modo la storia e l’evoluzione del simbolismo funerario nel mondo antico offrendo la spiegazione di una storia mitica, simbolica e “per immagini”.
Questo libro uscì in un’epoca in cui la potenza del simbolo e della natura definivano il perimetro di ogni esperienza religiosa e quindi di vita. Pubblicato a Basilea nel 1859, viene oggi riproposto in Italia da Jouvence nella traduzione di Mario Pezzetta con introduzione di Arnaldo Momigliano. Bachofen sottolineava che nel linguaggio delle tombe era riproposta l’antica sapienza e che sussisteva sempre la contrapposizione del principio maschile con quello femminile (uno dei punti basilari della concezione bachofeniana della civiltà che fu ben spiegato nell’opera Il Matriarcato) che si sostanziava in un conflitto continuo fra i due poli anche nella storia. La religione era per Bachofen il motore della storia ed egli mise a punto una teoria del simbolo che sarà considerata nelle varie scuole di pensiero. Dalla sua opera attinsero anche Dumézil, Eliade, Kerény e ispirò Baeumler ed Evola.
Johann Jakob Bachofen, Il simbolismo funerario degli antichi, Jouvence ed., pagg. 957, euro 32.00 (ordini: jouvence.it)