Una parola, che identifica il prossimo impegno governativo della Destra italiana, è responsabilità. Parola che è stata espressa da Giorgia Meloni. Ossia la responsabilità nell’affermare un’Italia seria e affidabile. Tuttavia, un governo politicamente responsabile deve tenere conto del rispetto degli obblighi. Ma, nello stesso momento, deve dare dei segnali di discontinuità. Ciò specialmente nella gestione di alcuni comparti statali. E oggi, come non mai, essere responsabili significa dare importanza al futuro italiano, al futuro che passa attraverso la Scuola. FdI ha indicato le priorità della sua agenda di governo: il Pnrr da rileggere per i costi cresciuti di servizi e materie prime; la sicurezza con un maggiore controllo del territorio; la riduzione delle tasse sul lavoro.
Tuttavia di Scuola si è discusso poco nella campagna elettorale. E dalla Scuola potrebbe partire un segnale di discontinuità proprio attraverso un’attenzione agli stipendi dei docenti. Indubbiamente il futuro italiano coincide con nuovi investimenti nell’istruzione e formazione. Naturalmente nessuno perde di vista il fatto che, per 2023, sono già necessari 35 miliardi per pensioni, cuneo fiscale e caro-bollette.
Pur con ciò, un’agenda di governo dovrebbe assumere l’urgenza di comunicare al paese che, quando i conti lo permetteranno, andranno messi più euro nella busta paga degli insegnanti. Andranno inoltre pilotate nuove risorse nell’edilizia scolastica e nei servizi agli studenti.
Non è la solita narrazione sulla Scuola-Cenerentola italiana. Questa riflessione significa altro. Cioè investire nella Scuola ha un significato gramsciano: cominciare a valorizzare le casematte della società civile. La scuola è il cervello del futuro a cui il nascente governo dovrà inviare dei segnali. Ci troviamo dinanzi un evento storico – che non sia una parentesi di pochi anni! -, un evento che rappresenta una possibilità per intervenire sulla scuola, l’editoria e l’organizzazione della cultura.
Sia consentita infine una proposta da chi opera nell’istruzione pubblica. È il momento per aggiornare le Indicazioni nazionali per il curricolo e, di conseguenza, rinnovare le pubblicazioni dei manuali scolastici di Storia, Letteratura, Filosofia. Per tornare così al libero racconto della bellezza italiana.