“Kokutai no Hongi. L’essenza del Giappone” (Idrovolante, Roma 2021, traduzione Daniela Errico) propone per la prima volta in Italia il libello pubblicato in Giappone nel 1937 ad opera del Ministero dell’Educazione di Tokyo.
Barbadillo propone ai lettori qui due estratti dell’opera curata da Federico Ramaioli, diplomatico e avvocato: il primo si riferisce al ruolo dell’Imperatore (tenno) e il secondo alla critica all’individualismo.
L’augusto Trono del tennō
In questo modo il tennō è divinità manifesta (akitsumikami) che regna sul nostro Paese secondo l’augusto Volere dei Divini Antenati. Riferendoci ad Esso con divinità manifesta o divinità vivente (arahitogami) non è come se ci stessimo riferendo ad un cosiddetto dio assoluto o dio onnisciente e onnipresente, ma ci riferiamo al fatto che i Divini Antenati si manifestano nel tennō, che è il loro discendente divino. Il tennō costituisce un tutt’uno con i Divini Antenati ed è eterna fonte di crescita e sviluppo del popolo e del Paese, nonché una persona estremamente augusta. L’augusta natura del tennō viene chiarita dall’articolo 1 della Costituzione Meiji, il quale dice che “L’Impero del Giappone è governato da un Imperatore della dinastia unica nell’eternità” e anche nell’articolo 3 nel quale si afferma che “il tennō è sacro e inviolabile”. Pertanto il tennō differisce dai sovrani degli altri Paesi in quanto non è stato posto al trono per necessità di governare la Nazione e non è stato scelto dal popolo perché possiede intelligenza e virtù. Il tennō è l’augusto discendente di Amaterasu Ōmikami e divino discendente dei Divini Antenati. L’augusto Trono del tennō è importante e maestoso perché vi accede in qualità di augusto discendente delle Divinità Celesti.
(Pp. 61-62)
Elogio della lealtà
Nel nostro Paese, sin dalla fondazione, il valore più profondo di questa grande Via del suddito risiede nel forte legame che vi è tra il popolo giapponese e il concetto di lealtà. Recentemente, essendo stati influenzati dalle teorie individualiste dell’Occidente, ha preso forma un modo di pensare incentrato sull’individuo. Di conseguenza il vero scopo della nostra Via della lealtà, che differisce per natura da questo modo di pensare, non viene sempre rigorosamente perseguito. Ovvero, coloro che tuttora esprimono lealtà e patriottismo nei confronti del nostro Paese, avendo subìto la cattiva influenza dell’individualismo e del razionalismo occidentale, tendono a perdere di vista il vero significato di questi valori113. Attraverso la comprensione del grande principio della lealtà dobbiamo purificarci dalla corruzione del nostro spirito che scaturisce dall’elevazione dell’ego, dall’ossessione per il proprio “io” e dall’annebbiamento della coscienza per ritornare ad uno stato mentale puro e chiaro, che intrinsecamente ci connota114. Il tennō, in quanto esempio di devozione e rispetto, onora sempre i Divini Antenati e, prendendo iniziativa per tutta la Nazione, mostra la veridicità dell’essere loro discendente. Anche noi sudditi, in qualità di discendenti dei sudditi che servirono gli antenati del tennō, ereditiamo la loro lealtà facendola rivivere nei tempi presenti e trasmettendola alle generazioni future. In questo modo la devozione e il rispetto per gli Antenati e la Via della lealtà sono un’unica entità e costituiscono essenzialmente un’unica Via. Questa unità la si può ritrovare solamente nel nostro Paese e in essa risiedono le sacre fondamenta del nostro kokutai.
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