Carlo Calenda è più furbo dei sondaggisti e sa benissimo che il “grande centro” è una bolla speculativa, una fake news. Più che un fatto è un auspicio, più che un’idea politica è un’espressione di conservatorismo amministrativo. Esiste nei desiderata delle classi dirigenti, scompare nella pancia, nel cuore e nella testa del Paese. Dunque Calenda non sbaglia ad agganciarsi al traino del Partito democratico.
Triste destino quello della prima forza politica dell’area di centrosinistra. Archiviato il sogno del grande polo riformista e progressista, si svela il partito-bus par excellence. La vita del militante dem è un eterno contrappasso. Da sinistra al centro, dalle Stelle alle Api. Da Di Maio fino a Calenda.
Il populista della competenza è l’uomo che ha fondato il “partito degli intelligenti” teorizzato da Leo Longanesi. Forse per questo i sondaggisti hanno immaginato che, in fondo, il centro calendista potesse rappresentare un’area amplissima di consenso. Ma l’ex ministro, che tutto è tranne che fesso, non ha voluto rischiare. Meglio agganciarsi al corpaccione del Pd per superare, agevolmente, i paletti della legge elettorale.
Se davvero il centro avesse avuto tanta forza elettorale e se esistesse una base di Azione, sarebbe in rivolta contro il Celestino V dei Parioli, l’uomo che per viltà fece il gran rifiuto di imporre al Paese il sogno del centro competente, elegante, raffinato, con la camicia bianca e le idee chiare. Ma l’ex ministro è più furbo di tutti: i sondaggisti lo premiano, lui non gli crede ma ne approfitta e impone una linea al Pd, un partito che in teoria dovrebbe dominare la coalizione. Il grande centro, è come il Bigfoot, tutti ne parlano ma non esiste: Calenda lo sa, i sondaggisti e Letta no.
Calenda deve ricordarsi la parabola rovinosa del Partito d’Azione nel dopoguerra: un’élite senza popolo…
Se si unisse con Renzi certamente passerebbero il quorum. Personalmente credo nell’eventualità il Berlusca ci farebbe un pensierino,visto che dopotutto la Meloni gli è indigesta per ovvi motivi.Si unirebbero anche sarei sicurissimo tutti i soliti peones e mestieranti del politichese , cioè Cesa,lupi Quagliariello,Toti e voilà il centro sé fatto
Con un buon 15% abaut.Il che rovinerebbero tutte le varie strategie politiche specialmente quella Meloniana….
PS.le stanno pensando tutte,nulla è scontato…
Dal ’94 in poi, Popolari, Margherite, Liste Dini e Monti, Casini ecc., il Centro numericamente non ha mai inciso e non credo che Berlusca (o le sue badanti) si accontenti di fare il numero 4 o 5 di un Centro velleitario, con tanti leader e poche truppe…
Solo con un ritorno al proporzionale I Repubblica, il Centro (ed i suoi molti partitini) avrebbe visibilità e voti.
Calenda è un barone, nipote di un ambasciatore, sposato con una nobildonna, di idee ‘virtuosamente’ progressiste, ça va sans dire. Siccome è anche una persona con un po’ di coerenza, sogna un centro liberal-progressista (tipo Partito d’Azione), dove gli sarà però difficilissimo competere con il becerume del piccolo sacrestano Letta, che sulla sua Arca di Noè imbarca tutti… per salvarli dal ‘diluvio universale’ meloniano. È un ridicolo all’ennesima potenza, ma gli italiani sono politicamente di bocca buona, nonostante Machiavelli e Guicciardini…
Letta, naturalmente, non Calenda.
Il Berlusca non è sperdutello,prima vorrà incassare per quanto potrà,andando poi con il duo per adesso chiamiamolo chiassoso.Il Berlusca ci penserà dopo le elezioni farà quattro conti e vedendo che nell’eventualità la Meloni non è Alemanno e oppla’ un salto della solita quaglia che tanto ben le porta..
Il Berlusca serve per coprire i debiti di Forza Italia e per concedere scampoli di speranza ad un’ Armata Brancaleone…
Alla Meloni per governare(se glielo permetteranno con i soliti sotterfugi)servono quei pochi punti percentuali che riuscirà raccimolare il Berlusca.Alla Meloni i veri problemi li avrà poi con le solite pretese pretestuose sia di FI che della Lega che farebbero impallidire financo Goldoni con le sue liti chiozzotte..