“Tornare su Jünger significa, paradossalmente, tornare al nostro avvenire, secondo una concezione, improntata alla reversibilità del tempo, che supera ogni determinismo- sia esso di natura lineare o ciclica: back to the future”. Luca Siniscalco ci spiega perché tornare a leggere l’opera del filosofo e romanziere tedesco che ha attraversato l’intero Novecento. E lo fa introducendo ErnstJünger. Il volto della Tecnica (Altaforte) scritto da Michele Iozzino.
“Ripensare oggi, nel nuovo millennio, alla figura del Lavoratore è pertanto un compito quanto mai urgente – avverte Siniscalco – Ne L’operaio il rapporto tra lavoro ed elementare permetteva il contatto con l’Origine, quindi la capacità di imprimere sulla materia una realtà metafisica, ossia di strutturare il mondo circostante a partire da una volontà ancorata all’extra-umano e oltre il dualismo soggetto-oggetto. Ci pare evidente come il volontarismo sui generis di Jünger lasci scorgere una via mediana fra le posizioni radicalmente soggettiviste, ispirate a una volontà di potenza come dominio dell’arbitrio sic et simpliciter, e le posizioni fataliste e destinali, che leggono l’imposizione tecnica (l’heideggeriano Gestell) come un demoniaco e infallibile processo, cui non possiamo che guardare nella posizione di sudditi passivi”.
E ancora: “Com’è possibile oggi, riconquistare questo rapporto, che la degenerazione della sincope Tecnica/Capitale, tesa all’indifferenziato, sembra aver definitivamente annichilito, conducendo piuttosto all’informe caos postmoderno? Intanto, e non è poco, lo si può tentare partendo dalla consapevolezza che l’Indistinto, in Jünger, è simultaneamente nulla nichilista, infero e caotico, ma anche Ineffabile extraformale (l’Uno). È abbeverandosi a questa fonte, interrogandola e sapendola nuovamente evocare e simbolizzare che si potrà forse realizzare un nuovo rapporto con il reale, convertendo la ragion tecnica in ragion simbolica”.
*ErnstJünger. Il volto della Tecnica (Altaforte) di Michele Iozzino, prefazione Luca Siniscalco, euro 15
Cambiata la tecnica, praticamente sparito l’operaio. Ha ancora senso quanto scriveva Jünger?