Dopo le due stagioni di assenza, la Formula 1 torna in Australia.
Il Gran Premio si tiene sul circuito dell’Albert Park di Melbourne, trasformato con la rimozione della chicane Clark (la vecchia curva 9-10), l’allungamento del tratto rettilineo verso la curva Ascari, oltreché dall’allargamento della carreggiata in alcune sezioni della pista.
Per questo cittadino atipico, tradizionalmente sporco e molto veloce, la Pirelli propone una scelta particolare di gomme, con un “salto” di mescola, portando in Australia le C2 (Hard), le C3 (Medium) e le C5 (Soft): l’obiettivo, dichiarato, creare un ulteriore divario di prestazione tra le medie e le morbide, una ulteriore variabile tattica per avere maggiore incertezza.
Gradito è anche il rientro di Sebastian Vettel, saltati i primi due Gran Premi dell’anno a causa del Covid.
Le prove libere
Il fine settimana australiano comincia sulla falsariga di quelli precedenti: nelle libere del venerdì, c’è la Ferrari davanti a tutti, piazzando in testa prima Sainz nelle FP1 (1’19″806) e poi Leclerc nelle FP2 (1’18″978).
Malissimo ancora le Mercedes, ad oltre 1″ dalle Rosse.
Le FP3 di sabato mattina (al termine del venerdì la Federazione aveva deciso di rimuovere una delle quattro zone DRS, quella tra la curva 8 e la 9-10, per motivi di sicurezza) vedono invece la sorpresa Norris, primo con la McLaren in 1’19”117.
Le qualifiche
Si rinnova il confronto tra Ferrari e Red Bull: nella Q1 (temporaneamente sospesa a 2’01” dalla fine, a causa del contatto tra Stroll e Latifi), il primato è di Verstappen, in 1’18”580; in Q2 di Perez (1’18”340).
Anche la Q3 viene interrotta da un incidente, nello specifico quello di Fernando Alonso alla curva 11 (causato da un problema idraulico), che costringe i commissari ad esporre le bandiere rosse a 6’58” dal termine: pochi istanti prima della bandiera, Leclerc era riuscito a siglare la pole position provvisoria in 1’18”239.
Quando si riparte, il monegasco si conferma: nel botta e risposta del run decisivo, Verstappen stacca 1’18”154 ma Leclerc gli strappa la pole position, fermando il cronometro sull’1’17”868; alle loro spalle, Perez e Norris, Hamilton, Russell, l’idolo di casa Ricciardo, Ocon, Sainz (dapprima sfortunato a prendere la bandiera rossa, non riuscendo a completare il giro cronometrato, poi autore di un errore nel tentativo decisivo), Alonso.
La gara
Allo spegnimento delle luci, Leclerc tiene la testa su Verstappen, mentre Hamilton sopravanza Norris e Perez, con Russell quinto; alla fine del primo giro Sainz (partito con le Hard) è addirittura quattordicesimo dopo un pessimo avvio e nel tentativo di rimontare esce, insabbiandosi alla curva Waite: è il giro 2 e la Direzione manda in pista la Safety Car che vi resta fino alla conclusione della sesta tornata, lasciando il gruppo compatto e Hamilton nelle grinfie di Perez.
Il messicano si riprende la terza piazza già al giro 10, prendendo l’interno dell’inglese alla curva 3.
Il primo stint vede Leclerc controllare, sfruttando anche il graining accusato da Verstappen sull’anteriore sinistra per un bloccaggio.
L’olandese si ferma alla fine del giro 18 per montare le dure, rientrando settimo, imitato dal compagno Perez e da Norris (Hard per entrambi; giro 20); il leader Leclerc e Hamilton cambiano al 22: il monegasco conserva il primato, mentre Hamilton guadagna la posizione su Perez che però lo passa subito sull’allungo verso la curva 9-10, con l’inglese che prova a rispondere, dovendo però rinunciare per la Safety Car fatta uscire in seguito all’incidente di Vettel.
Chi ne approfitta è Russell, che fermandosi (Hard) con la gara neutralizzata si ritrova terzo.
Si ricomincia alla tornata 27, con Leclerc che una volta difesosi dall’attacco di Verstappen, torna a costruirsi un discreto vantaggio a suon di giri più veloci; alle spalle dei battistrada, Perez riguadagna la terza posizione passando Russell, in accelerazione e grazie all’ala mobile, alla curva Ascari.
Il colpo di scena del Gran Premio arriva al giro 39, quando un guasto alla vettura costringe Verstappen a parcheggiare: a quel punto Leclerc deve solamente gestire la parte finale di Gran Premio, arrivando in solitaria sotto la bandiera a scacchi che saluta la sua quarta vittoria in carriera.
Il ferrarista si leva pure la soddisfazione del giro più veloce, con annesso punto bonus, fatto segnare proprio all’ultimo passaggio, il 58, in 1’20”260.
Sul podio con lui, ad ascoltare l’Inno di Mameli, Perez e Russell, al primo podio con la Mercedes, davanti al compagno Hamilton.
Quinto Norris, sesto Ricciardo (McLaren in leggera ripresa rispetto al disastro del Bahrain), poi Ocon, Bottas e Gasly.
Una menzione speciale per Albon, decimo al traguardo con la sua Williams, al primo punto stagionale: l’anglo-tailandese, che partiva ultimo (e retrocesso sul fondo della griglia a qualifiche concluse, per la mancanza della quantità minima di carburante nel serbatoio) ha infatti corso praticamente l’intero Gran Premio con le stesse gomme dure con le quali era partito, mantenendo un ottimo passo.
Pittato solamente alla fine del penultimo giro, per montare le Soft, Albon alla fine è riuscito a guadagnare l’ultima piazza utile per conquistare punti iridati, regalando una domenica importante alla sua squadra.
Con una Ferrari così, non è difficile immaginare la marea Rossa che invaderà Imola, tappa del prossimo Gran Premio.