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Riletture. Gómez Dávila contro i medici: “Detentori di dispotismo astuto”

Lo scritto dell''autore colombiano, tratto da "Appunti" (edizioni di Ar) ben descrive la condizione di una categoria elevata ai vertici nell'era pandemica

by Nicolás Gómez Dávila
4 Febbraio 2022
in Cultura
2

Lo scritto dell”autore colombiano Nicolás Gómez Dávila, tratto da “Appunti” (edizioni di Ar), ben descrive la condizione di una categoria elevata ai vertici nell’era pandemica. Oltre la parodia di Checco Zalone a Sanremo, con la macchetta di Oronzo Carrisi virologo, c’è spazio per una riflessione più profonda sulla crisi del nostro tempo.***


Lo scrittore colombiano Nicolás Gómez Dávila

Nella nostra epoca, in cui le reputazioni di ieri stanno terminando di sgretolarsi mentre le reputazioni di domani cominciano appena ad abbozzarsi, non trovo reputazione più salda di quella del medico. (Il culto di Esculapio non fu forse un culto di decadenza?)

Solo lui ottiene che i suoi errori vengano perdonati e si dimentichino, solo lui che la sua autorità sia indiscussa, solo lui che si tolleri la gravità dei suoi cenni e il sussiego del suo atteggiamento. (La propria severità ogni epoca la tiene in serbo: per giudicare quelli che non ama e misurare le cose in cui non crede.) Ormai la sua autorità è assoluta. Le uniche leggi cui si obbedisce sono le sue.

Un dispotismo astuto potrebbe fondarsi su una sottomissione unanime se, proclamando tutte le libertà, si contentasse di statuire quali misure igieniche e profilattiche i suoi capricci più arbitrari. Il tiranno igienista, ecco un nuovo personaggio della “Commedia dell’Arte” che stiamo mettendo in scena.

Questo culto della medicina non è assurdo in un’epoca che può trovare soltanto nel corpo quella realtà che i valori di altri secoli hanno perso. Anche se tutto è incerto, fugace, dubbio, vano, questo dolore che provo non lo è, né lo è questa vecchiaia che mi minaccia. Come non gettarmi ai piedi di chi mi procura sollievo, di chi mi promette la quiete?

Il vecchio taumaturgo risuscita e la querula processione abbandona le grotte sacre, gli alberi miracolosi, i templi illuminati dal tremolio dei ceri, per incamminarsi alla volta del gabinetto dove la attende il nuovo sciamano, che alle piume e alle pelli antiquate sostituisce il camice bianco, gli occhiali di corno e la stilografica.

A me, in ogni caso, il medico ispira assurdamente un segreto disprezzo. “Mestiere da schiavo”, mormoro: come un ruvido patrizio romano davanti al gesticolare del greco perspicace che lo ausculta –io piccolo borghese con aspirina e pantopon. In ogni caso, in fondo, forse, non mi sbaglio. Il culto del medico simboleggia la definitiva sottomissione dello spirito. Qui la salute corporale è il fine proprio dell’agire umano, e io non posso ammettere che quella sia qualcosa di più che uno strumento di questo.

Appunti di Nicolas Gomez Davile

(Nicolás Gómez Dávila, Appunti, Edizioni di Ar, Padova 2016. Traduzione di Franco Freda e di Enrico Lupelli). Qui il link per acquistarlo dalla casa editrice

Nicolás Gómez Dávila

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Tags: appuntiedizioni di armediciNicolás Gómez Dávila

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Comments 2

  1. Guidobono says:
    12 mesi ago

    Gómez Dávila un grande. Che diceva: Yo soy gibelino, monarquico y legitimista… Peró, non perdiamo mai di vista il nostro nemico principale. Non il liberalismo, non i medici, non la scienza: ma l’infame marxismo leninismo stalinista… Quello della Corea del Nord attuale, per capirci…

  2. Guidobono says:
    12 mesi ago

    Interessante quanto scrive oggi Riccardo Ruggeri su ‘Zafferano’ e che si conclude con:
    ‘Il modo con il quale gli establishment occidentali sanitario-politici hanno gestito la pandemia del Virus di Wuhan è stato imbarazzante. Sulla Cina il business ci impone il silenzio. Meglio stendere un velo pietoso su OMS, ancor più sull’Europa dell’EMA, di Ursula von der Leyen, sul nostro governo del 2020 (indimenticabile “Abbiamo tutto sotto controllo” di Giuseppe Conte, 31 gennaio 2020) e sull’attuale. Curiosa la modalità di gestione tipica del CEO capitalism che, a tutti i livelli, si circonda di consulenti, life coach, guru motivazionali, comunicatori dei media, per la banale ragione che per le posizioni di vertice si sono scelti leader che leader non sono e mai lo saranno. Mi ricordano gli eunuchi della dinastia Tang (618-907) che avevano molti punti in comune con la Commissione di Ursula von der Leyen. Questa in effetti è tutta concentrata sull’autodistruzione culturale dell’Europa stessa, in nome di presunti sensi di colpa che si estrinsecano con un desiderio infinito di espiazione di un passato, assolutamente identico a quello di tutti gli altri popoli del mondo. Purtroppo, la Cancel&Woke Culture prenderà sempre più piede, beneficiando a piene mani della nostra stupidità politicamente corretta. A tutti i livelli del “Potere” è presente l’effetto Dunning-Kruger: “Meno si conosce qualcosa, più ci si considera esperti in materia” che ha raggiunto livelli impensabili nei racconti cartacei-televisivi sulla triade “Virus-Vaccino-Pass”. Il nuovo, poi, per fortuna, diventa vecchio e viene a sua volta spazzato via dal nuovo più nuovo. Così gli eunuchi furono spazzati via dal generale Zhu Wen che si autonominò Imperatore, come ha fatto mille anni dopo Xi Jinping. Abituiamoci a ragionare con le logiche del Celeste Impero perché, come si dice a Torino, as sa mai..’.

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