Per l’elezione del presidente della Repubblica è ancora fumata nera al termine del quinto scrutinio: il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati ha ottenuto meno di 400 voti. Si è fermata a 382 e così nel computo finale mancano i voti di quasi 70 grandi elettori di centrodestra che hanno scelto altri candidati o la scheda bianca.
Il quorum necessario per essere eletti è pari a 505 voti. Gli astenuti sono stati pari a 406. Sergio Mattarella ottiene 46 voti, 38 vanno a Di Matteo, 8 a Berlusconi, 7 a Tajani e altrettanti a Cartabia. Casini incassa 6 voti mentre Draghi ne ottiene 3, Belloni 2. Le schede bianche sono state 11, le nulle 9. In tutto i votanti 530, i presenti 936. Pd, M5s, Leu e Iv si sono astenuti e hanno deciso di disertare l’incontro chiesto stamattina da Matteo Salvini.
La bocciatura preventiva della Casellati da parte del centrosinistra
“Consideriamo la unilaterale candidatura della seconda carica dello stato, peraltro annunciata a un’ora dalla quinta votazione, un grave errore – così Pd, M5s e Leu al termine del vertice dei 3 leader –. Per il rispetto che si deve alle istituzioni, oggi esprimeremo un voto di astensione nella formula “presente non votante”. “Noi non partecipiamo a questo atto di forza – ha detto Conte -, a queste conte sulle cariche istituzionali. Noi non parteciamo ad una conta, è una forzatura istituzionale, sono 3 giorni che lavoriamo ad un metodo che è anche difficile definire”.
L’ennesimo errore di Salvini, uno negato per la politica.
Personalmente, non posso esprimere un giudizio sulla senatrice Casellati. Ma il fatto stesso che non possa esprimere un giudizio è un giudizio, nel senso che, delle tante figure che si sono avvicendate nel centrodestra dal 1994 a oggi, non mi sembra si sia distinta in alcun modo. Credo che prima di essere eletta presidente del Senato sia stata soltanto sottosegretaria. Mentre la terna proposta in precedenza – Nordio, Moratti, Pera – comprendeva persona di alto livello giuridlico, filosofico, politico – la candidatura Casellati mi lasciava perplesso. Il fatto che abbia ricevuto la “Gretina” aumenta le mie perplessità.
Penso però che azzoppare in aula la sua candidatura sia stato incivile e confermi le fragilità del centrodestra, soprattutto nell’area dei moderati.
FI, o quel che ne rimane, non è mai stato un partito, ma un’aziendina litigiosa e ‘ditocratica’ dove per i dirigenti ‘farsi le scarpe’ è un impegno quotidiano…
Si è distinta eccome : Ruby nipote di Mubarak (sia pure in compagnia di tutti gli altri) , voli di stato, figlia assunta.