Ci siamo: Eric Zemmour s’è presentato, ufficialmente, agli elettori francesi. Lo ha fatto con un video in cui fa appello alla grandeur perduta, alla Nazione da salvare, alla continuità della tradizione repubblicana citando – nemmeno troppo velatamente – nientemeno che il generale Charles de Gaulle e l’appello che rivolse da Londra, il 18 giugno del 1940, “ai francesi liberi” per resistere all’occupazione tedesca.
Si rivolge a “mes chers compatriotes” e si congeda “vive la Republique ma sourtout vive la France”. In mezzo, le ragioni del suo impegno. Eric Zemmour ha rivendicato la grandezza della storia francese contrapposta all’attualità delle “minoranze che tiranneggiano la maggioranza” e dei “giudici che si sostituiscono al governo del popolo e per il popolo”. Ha parlato ai cittadini della Francia profonda: “Non siete andati via, eppure avete la sensazione di non essere più a casa vostra, non avete lasciato il vostro Paese ma è come se il vostro Paese vi avesse abbandonato, vi sentite stranieri, siete esuli stando all’interno”. E dunque ha aggiunto che, dopo aver “cercato invano un politico che volesse lottare per far tornare grande come in passato la Francia”, ha deciso di “prendere in mano il proprio destino”. Presentandosi all’Eliseo, “perché le vostre figlie non debbano portare il velo (islamico, ndr) e perché i vostri figli non siano sottomessi. Non ci faremo sostituire”.
L’iniziativa di Zemmour, chiaramente, ha sollevato un vespaio di polemiche. C’è chi lo ha paragonato a un Trump in sedicesimo (come i gollisti) e chi, come Marine Le Pen, ha definito la sua “performance” come “atto crepuscolare”. Le polemiche, chiaramente, sono più a destra che a sinistra. E la candidatura di Zemmour contribuirà a frammentare l’area. Dato innegabile che, gli avversari del polemista, riconducono a una strategia finalizzata a puntellare le chance di riconferma del presidente uscente Emmanuel Macron. La critica più grande che Zemmour dovrà affrontare perché le sue chances siano reali: sarebbe stato “lanciato” dai vertici del colosso dei media Vivendi proprio per fare a pezzi l’area di destra, innescare dibattiti fratricidi e puntellare, così, il “muro repubblicano” attorno a Macron.
E ovvio che Zemmour è stato lanciato da chi non vuole una eventuale vittoria della destra in Francia. Zemmour non vincerà mai. Forse non lo desidera neppure. Lui è il classico ‘Cavallo di Troja’.