Premessa a voce alta. Troppe volte ci siamo chiesti se sia utile ingaggiare una battaglia fronte a fronte con la sinistra, soprattutto sulle questioni comportamentali. Da queste parti siamo sempre stati convinti che quando la si butta in morale si perde tutti. Perché siamo tutti peccatori e perché siamo più o meno tutti bisognosi di perdono. Oppure perché, molto più semplicemente, sappiamo perfettamente che il polo dei puri non esiste da nessuna parte: né a destra, né a sinistra e neanche tra quelli che viaggiano sui binari del disimpegno.
Ci siamo sempre detti che la battaglia contromoralistica vada lasciata a quella destra che non ha avuto a che fare con la storia di tribolazione dell’area che proviene dalla dimensione sociale e identitaria. Certe uscite cucite sulle frequenze “dove sono le femministe?”, “dove sono i democratici?”, “se lo avesse fatto Berlusconi o Salvini?”, hanno tutto il retrogusto uguale e contrario a quel mainstream che si vuole scalfire, ma in una versione assai più banalizzata. Per questo vanno lasciate ad altri.
Poi, però, succede di fare i conti con il tempo presente. Con l’inchiesta al limite della deontologia di Fanpage, con il caso Luca Morisi, o con il dibattito lunare che vuole ricondurre le responsabilità politica del grave assalto alla sede nazionale della Cgil a Giorgia Meloni. Ecco, tutti questi episodi – ultimi in un racconto ben più vasto che vuole demonizzare da sempre tutti i leader antagonisti alla sinistra mondiale – ci tentano in direzione totalmente opposta: quella di pensare che la buona educazione e l’onestà intellettuale, se si è da soli a praticarli, servano a poco. Che l’essere galantuomini valga sì, ma fino a un certo punto.
Perché questa premessa? Perché crediamo che l’ultimo libro di Francesca Totolo dal titolo “La morale sinistra. Il vero volto dell’antifascismo” (Altaforte Edizioni, 2021) con prefazione di Gianluca Veneziani vada legittimamente segnalato a tutti quei lettori che vogliono sapere se dalle parti del Pd sono davvero coerenti rispetto a quel codice etico che essi stessi si sono dati e che inchioda tutti i tesserati dem a uno stile politico improntato «all’onestà e alla sobrietà».
Un’inchiesta giornalisticamente fatta bene, assai documentata e scrupolosa nei dettagli. Insomma, tutte informazioni incredibilmente vere. Il risultato qual è? Scoprire che in zona Nazareno l’ipocrisia si taglia davvero a fette, con buona pace della superiorità morale strombazzata da Berlinguer.
@barbadilloit