L’editore Idrovolante sotto attacco al Salone di Torino:”Il pensiero unico perseguita i non conformisti”
Pubblichiamo l'intervento dell'editore di Idrovolante, Daniele Dell'Orco, giornalista e imprenditore coraggioso, e invitiamo tutti a comprare i volumi di una casa editrice che ha in catalogo tanti libri icone di libertà e non conformismo
Si respira un brutto clima in Italia. C’è chi, per non disturbare il manovratore, sta reprimendo o bastonando ogni espressione di dissenso. L’ultimo episodio deprecabile è l’attacco alla casa editrice Idrovolante, che i lettori conoscono bene essendoci tra i fondatori Roberto Alfatti Appettiti, intellettuale non conformista e tra i promotori del nostro magazine. Bene, per il Fatto quotidiano, rientrerebbe tra le case editrici estremiste per aver pubblicato Berto Ricci o i diari di Italo Balbo, e la sua presenza al Salone del libro sarebbe inquietante. A tutto questo ci ribelliamo in nome del pluralismo e del diritto al dissenso. Le idee non si processano. Per questo pubblichiamo l’intervento dell’editore di Idrovolante, Daniele Dell’Orco, giornalista e imprenditore coraggioso, e invitiamo tutti a comprare i volumi di una casa editrice che ha in catalogo tanti libri icone di libertà e non conformismo. ***
Salone del Libro e caccia alle streghe. Un binomio spezzato solo dal Covid. Dopo due anni di pandemia la più importante kermesse libraria italiana riparte oggi. L’ultima edizione, quella 2019, fu caratterizzata dalla grottesca corrida nata intorno a uno degli editori ammessi, Altaforte, che venne cacciato a poche ore dall’inizio della manifestazione per il legame con CasaPound. Oggi Altaforte non sarà al Lingotto. Ma i segugi del pensiero unico non sono ancora soffisfatti e hanno messo nel mirino altri due marchi editoriali: Idrovolante Edizioni ed Eclettica Edizizioni. In un corsivo comparso sul Fatto Quotidiano, Massimo Novelli titola “due editori fascisti al Salone di Torino”, poiché sui loro banchi saranno esposti libri come i diari originali delle trasvolate oceaniche di Italo Balbo e volumi che parlano del Ventennio fascista scritti da storici che non piacciono ai critici radical. Un attacco strumentale, che fa il paio con quello di carattere politico di questi giorni, volto alla rimozione di qualunque forma di attività istituzionale o culturale non sia giudicata conforme. Un modo per tenere sotto ricatto chiunque. Ieri Altaforte, oggi editori come Idrovolante ed Eclettica che alle principali fiere italiane partecipano da molti anni: “Siamo presenti al Salone del Libro da 10 anni – dice Alessandro Amorese, editore di Eclettica – col nostro catalogo frutto del lavoro di storici, docenti, intellettuali e ricercatori universitari, lesi come noi da un articolo che commenteremo d’ora in poi solo tramite i nostri legali”.
A Torino espongono le loro opere circa 1000 editori, e il fatto che Novelli ne abbia citati solo due tra gli “sgraditi” dimostra già di per sé la manifesta superiorità di spazio occupato da marchi editoriali che piacciono all’intellighenzia di sinistra. Ma in giro per i padiglioni di volumi che in base allo stesso principio si potrebbero considerare “scomodi” ce ne sarebbero senza fine. E dovrebbe saperlo bene Novelli, autore di varie opere tra cui “Vita breve e rivoluzioni perdute di Napoleone-Luigi Bonaparte”, dedicata al figlio di Luigi Bonaparte, uno dei fratelli dell’imperatore esiliato a Sant’Elena. L’editore è Nino Aragno, che pubblica anche il carteggio tra Benedetto Croce e il “filosofo del regime” Giovanni Gentile, ma pure testi di autori, filosofi e pensatori che tra i lettori conservatori vanno per la maggiore come Pierre Drieu La Rochelle, Gaetano Mosca, Carlo Michelsteadter, Giuseppe Renzi e Oswald Spengler, di cui Aragno pubblica “Il tramonto dell’Occidente”, libro cult per i militanti di destra e tradotto per la prima volta in Italia da Julius Evola, il Barone maledetto demonizzato dalla sinistra che intrattenne rapporti, anche molto critici, con Mussolini e Hitler. Inoltre, c’è un testo di Filippo Tommaso Marinetti, che Aragno ha pubblicato quest’anno, dal titolo “Democrazia Futurista”, che nel lontano 2015 era già stato riscoperto da un’altra casa editrice. Sapete quale? Idrovolante.
Lo stesso Novelli, tra l’altro, nel 2008 pubblicò un libro “L’ausiliaria e il partigiano” (spoon river), che narra la vita di Marilena Grill, una giovane volontaria della Repubblica di Salò che a soli 16 anni venne giustiziata nel 1945 da Pierin d’la Fisa, un partigiano di quelli intransigenti e sanguinari, deciso a far piazza pulita di tutti i fascisti, incurante del fatto che persino gli organi di governo della Resistenza avessero a un certo punto ordinato di fermare la mattanza che si consumò dopo a guerra praticamente finita.
Un volume che colpisce per sensibilità e attinenza con la verità storica per quanto “scomoda”. Poi però a Novelli deve essere arrivato l’ordine di scuderia del Fatto che di sensibilità non ne vuole sentir parlate.
Al Salone espongono anche editori mai tacciati e mai tacciabili di apologia di fascismo, come la milanese Luni che, oltre ad offrire uno sterminato catalogo dedicato alla cultura estremorientale, ha dato alle stampe libri sul Ventennio come “Mussolini e il ‘Nuovo Ordine'”, “Mussolini e la città” e un recente volume dal titolo “Corrispondenza repubblicana” curato dallo storico Giuseppe Parlato e scritto da tal Benito Mussolini (con le veline scritte dal Duce durante la Repubblica di Salò). Opere di valore storico inestimabile, accompagnate da vari testi di Renzo De Felice, il massimo studioso del fascismo.
E a proposito di Julius Evola, la sua opera omnia è al Salone esposta da Mediterranee, che ha in catalogo anche autori come René Guenon e Mircea Eliade (molto presente anche nel catalogo di Lindau) tra gli altri, lungamente letti, studiati, approfonditi da militanti di destra, filosofi, accademici, studiosi.
Si potrebbe continuare all’infinito. Ma Novelli come discriminante per definire “fascisti” Idrovolante ed Eclettica scrive testualmente “compaiono nel catalogo di Altaforte”. “Nel catalogo” di Altaforte compaiono anche libri di Adelphi, Mondadori, Neri Pozza, Marsilio etc. Allo stesso modo, sul sito di Feltrinelli e su quello di Mondadori si possono comodamente (e giustamente) acquistare con un click tutti i libri di Altaforte (e di qualunque editore italiano non sia “clandestino”). È così che funziona la distribuzione editoriale. Ma Novelli è meno interessato alla verità e più impegnato a tracciare un cervellotico fil rouge che legherebbe i due marchi editoriali, alcuni loro autori, l’immancabile CasaPound e persino il Barone Nero Jonghi Lavarini (noto per l’inchiesta di FanPage dedicata a Lega e Fratelli d’Italia e menzionato, in qualche modo, ogni qualvolta si voglia gettare discredito a destra e manca), senza alcuna attinenza con la realtà.
Al Fatto non interessa, vuole solo che vengano esclusi ieri Altaforte, oggi Idrovolante ed Eclettica, domani chissà chi altro. Ben vengano, i libri di Josif Stalin (Red Star Press) o i volumi del negazionista delle foibe Eric Gobetti (Laterza) esposti al Salone nel silenzio generale. “O con noi o contro di noi”, insomma. Uno slogan che i fascisti dicono, e i progressisti mettono in pratica. (da Libero)
L’Italia non è più uno Stato di diritto, ma un’associazione di corporazioni, delinquenziali e non, infeudate a vari potentati, nazionali e, sempre più, stranieri. Non è dal 1943 neppure più uno Stato sovrano, ma ciò non preoccupa quasi nessuno, accecato dalla cupidigia di servire. Quello che però io non sopporto è la lamentosità lagnosa di destra, destra che non sa evitare le trappole preparate da tempo, né tanto meno reagire, né trovare leaders dignitosi, Meloni a parte. Le elezioni ormai sono una burla. Come le macchiette di FN all’assalto della CGIL (ma quanto sono stati pagati quei fessi?) ecc. ecc.
“…narra la vita di Marilena Grill, una giovane volontaria della Repubblica di Salò che a soli 16 anni venne giustiziata nel 1945 da Pierin d’la Fisa, un partigiano di quelli intransigenti e sanguinari, deciso a far piazza pulita di tutti i fascisti, incurante del fatto che persino gli organi di governo della Resistenza avessero a un certo punto ordinato di fermare la mattanza che si consumò dopo a guerra praticamente finita”. Non praticamente finita: strafinita. Marilena, innocente vittima di 16 anni, fu prima seviziata e violentata. Non fu giustiziata, fu assassinata.
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Perfettamente d’accordo!
L’Italia non è più uno Stato di diritto, ma un’associazione di corporazioni, delinquenziali e non, infeudate a vari potentati, nazionali e, sempre più, stranieri. Non è dal 1943 neppure più uno Stato sovrano, ma ciò non preoccupa quasi nessuno, accecato dalla cupidigia di servire. Quello che però io non sopporto è la lamentosità lagnosa di destra, destra che non sa evitare le trappole preparate da tempo, né tanto meno reagire, né trovare leaders dignitosi, Meloni a parte. Le elezioni ormai sono una burla. Come le macchiette di FN all’assalto della CGIL (ma quanto sono stati pagati quei fessi?) ecc. ecc.
“…narra la vita di Marilena Grill, una giovane volontaria della Repubblica di Salò che a soli 16 anni venne giustiziata nel 1945 da Pierin d’la Fisa, un partigiano di quelli intransigenti e sanguinari, deciso a far piazza pulita di tutti i fascisti, incurante del fatto che persino gli organi di governo della Resistenza avessero a un certo punto ordinato di fermare la mattanza che si consumò dopo a guerra praticamente finita”. Non praticamente finita: strafinita. Marilena, innocente vittima di 16 anni, fu prima seviziata e violentata. Non fu giustiziata, fu assassinata.
Ma il Salone di Torino non è finanziato anche dalla Regione Piemonte, amministrata dal centrodestra? Forse potrebbe far sentire la sua voce…