Lunghi capelli biondi, fisico possente ed una micidiale spada da brandire a due mani: Dragonero è l’ultima collana di fumetti in edicola che arricchisce la già “numerosa” famiglia Bonelli. Dopo le sconfinate praterie di Tex, i peggiori incubi di Dylan Dog e le profondità spaziali di Nathan Never, la storica casa editrice italiana allarga i propri orizzonti narrativi con un genere, il fantasy, finora trascurato. Ed è subito un fenomeno editoriale.
Nato dalla creatività di Luca Enoch e Stefano Vietti e dalla matita di Giuseppe Matteoni, la prima apparizione di questo eroe risale ad un albo del 2007 – già diventato un cult – edito per la collana Romanzi a fumetti Bonelli. Bisogna aspettare però l’estate del 2013 per l’uscita di una serie mensile interamente dedicata a questo personaggio.
Dragonero, al secolo Ian Aranill, è un ex ufficiale dell’Impero che presta servizio nel corpo degli scout nella vasta regione dell’Erondàr. Egli è un Varliedarto, ossia un cacciatore di draghi, dotato inoltre di alcune facoltà speciali acquisite dopo aver bevuto inavvertitamente il sangue di questa bestia leggendaria. Accompagnato da un rude orco, un’elfa aggraziata, un saggio mago ed un’avvenente tecnocrate (cioè un’esperta di manufatti meccanici), Dragonero si muove in un mondo che racchiude tutti gli elementi classici di quel fantasy genuino che ha appassionato generazioni di giovani – e meno giovani – dai tempi di Dungeons and Dragons fino ai più recenti successi cinematografici di categoria (pensiamo a “Lo Hobbit”): sullo sfondo vi sono città che ricordano da vicino l’Europa medievale e tutto intorno boschi, deserti e montagne dove popoli di razze diverse (orchi, elfi e altre creature fantastiche) si incontrano e si scontrano di continuo a suon di asce e incantesimi, ricreando alla perfezione quell’atmosfera fantasy che rapisce completamente il lettore e lo catapulta in chansons de geste fuori dal tempo.
Inserendosi in un genere letterario che, fino ad oggi, era stato dominio esclusivo di fumettisti nipponici o a stelle e strisce, la Sergio Bonelli Editore offre al suo pubblico di lettori un personaggio che di sicuro non sfigura in mezzo a colleghi più noti quali l’americano Conan il Barbaro. Le storie finora pubblicate portano l’inconfondibile marchio di qualità della casa editrice di Tex, ossia notevole spessore della trama unitamente ad un tratto grafico – rigorosamente in bianco e nero – di tutto rispetto. È quindi più che giustificata l’ottima risposta che sta avendo questa serie interamente made in Italy.
Tra oscuri complotti, signori della guerra, minacciosi alchimisti ed innumerevoli creature mitologiche, non è ancora chiaro con chi o cosa dovranno confrontarsi Dragonero e la sua compagnia nel corso dei loro viaggi attraverso l’Erondàr, la Terra dei Draghi o i Regni oscuri. Una cosa è però sicura: in un’epoca tristemente carente di eroi in carne ed ossa possiamo almeno consolarci con un buon eroe di carta.