“Di Lega ce ne è “una sola, fatevene una ragione” e non ci sono due linee al suo interno. “Per niente. Al massimo sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io per esempio ho sempre amato Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist”. Intervistato dalla ‘Stampa’, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti chiarisce gli scenari all’interno del Carroccio, escludendo frizioni con il segretario nazionale Matteo Salvini (alle prese con la grana Luca Morisi, indagato a Verona).
Il futuro del premier
Su Draghi offre questa lettura: “Vorrei che rimanesse lì per tutta la vita. Il punto è che non può” perché “appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà. A gennaio – spiega – mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente. Da gennaio la musica sarà diversa. I partiti smetteranno di coprirlo e si concentreranno sugli elettori”. Secondo Giorgetti, “l’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince”.