“Siamo conservatori che, a differenza dei conservatori tedeschi, difendono l’identità” ci aveva spiegato Goetz Kubitschek, editore e portavoce di Pegida nel corso di Mille Patrie, evento che ha preceduto a Roma la manifestazione leghista di sabato 28 febbraio. Identità e lotta all’islamizzazione dell’Europa: il movimento fondato da Lutz Bachmann lo scorso ottobre è animato da questi due concetti, elementi trasversali di una politica che non strizza l’occhio al fascismo, a ritorni di fiamma neonazisti e nemmeno a quell’Ostalgie diffusa nelle ex province della DDR.
Fra Grillo e il Tea Party
In questi primi cinque mesi di vita, Pegida è stata talvolta associata al Movimento 5 Stelle. Paragone calzante, se si tiene conto del modo affine di Grillo e Bachmann di usare la piattaforma interattiva per promuovere e condividere contenuti. Quanto ai contenuti in sé e alla base militante, il movimento di Dresda non Pegida fa tornare alla mente il Tea Party. E non parliamo dei circoli liberal nati in Italia qualche anno fa, ma di quello statunitense, orgogliosamente identitario, americano, fortemente repubblicano, animato dai ceti popolari scontenti dalle politiche di Obama e che guardano con simpatia (e con un velo di nostalgia) alla Golden Age di Reagan e di “Ike” Eisenhower.
Marine e Matteo
Ma se non è ancora un partito, perché Pegida ha mandato il suo portavoce a Roma? L’incontro con Matteo Salvini è stato caldeggiato dal Circolo culturale Il Talebano perché, malgrado il movimento tedesco non abbia ancora le idee chiare sul suo futuro, lotta all’immigrazione, identità e sovranità sono sufficienti per creare la base di una joint venture europea coi sovranisti italiani, francesi e tedeschi. Poi, c’è anche un altro fattore, molto positivo: nessuno di loro, né Kubitschek, né Salvini, né Marine Le Pen parla di fascismo. Solo di alternativa alla sinistra populista e al Ppe.
Futuro
Cosa farà Pegida nei prossimi mesi? Kubitschek non si è sbottonato in merito. E’ probabile che ora il movimento si concentri sul rafforzare la sua presenza in Germania: dopo l’esplosione iniziale e la vasta popolarità acquisita in patria e all’estero, infatti, a Pegida occorre un’ ossatura politica. Presentarsi come soggetto spendibile agli occhi dei potenziali elettori, senza tuttavia perdere quello spontaneismo che le ha permesso di conquistare il favore di molti tedeschi e di distinguersi dai partiti tradizionali.
Conservatori (Pegida) contro altri conservatori (Cdu-Csu)
Strappare seggi alla CDU non sarà cosa facile, né è possibile pensare di fondare tutta la propria azione sul solo recupero di un’identità. Serve altro. Al momento, però, gli déi sembrano essere stati propizi a Bachmann e ai suoi: l’impossibilità dell’Ue di fronteggiare l’emergenza immigrazione e l’arrivo di nuovi migranti sono elementi che potrebbero rafforzare le tesi di Pegida. Potrebbero perché il primo, vero banco di prova saranno le elezioni del 2017.