Gomorra uccide: venticinque morti, ammazzati dalla camorra, in soli sei mesi, i primi del 2014. Le uccisioni riconducibili alla guerra tra le consorterie camorristiche campane rappresentano il 69% degli omicidi a sfondo mafioso compiuti in Italia tra gennaio e giugno del 2014. La contabilità del piombo mafioso, per il periodo considerato dall’ultima relazione semestrale della Dia, si completa con i sette morti imputabili alla criminalità organizzata pugliese (storicamente collegata alla malavita campana), e due omicidi a testa per ‘ndragheta e mafia siciliana.
Le vittime della guerra tra i clan sono in netto aumento rispetto allo scorso anno quando gli agguati della camorra, in tutto il 2013, tolsero la vita a venti persone. Si teme il bagno di sangue del 2012 con 41 morti ammazzati soltanto nell’ambito delle guerre tra le varie sponde della malavita campana.
Gli inquirenti fotografano così lo scenario, mobile e insanguinato, della criminalità organizzata in Campania: “Il primo semestre 2014 è stato caratterizzato dalla conferma di assetti delinquenziali consolidati e da evoluzioni di macro fenomeni criminali, ascrivibili alla ricerca di nuovi equilibri tra clan, colpiti da operazione di polizia. Le contrapposizioni registrate in alcuni contesti criminali sono spesso sfociate in gravi episodi di sangue funzionali ad assicurare ai vari gruppi il controllo del territorio, per la gestione delle attività illecite”.
Ecco in nome di cosa si uccide: “Tra queste, il traffico di stupefacenti che continua a rappresentare il settore criminale nel quale vengono operati i maggiori investimenti per gli ingentissimmi guadagni che ne derivano. Emblematico quanto accaduto nell’area nord orientale di Napoli, centro nevralgico per gli approvvigionamenti di qualsiasi tipo di stupefacente, dove il venire meno del predominio della famiglia Di Lauro ha determinato cruenti scontri tra i gruppi che ne hanno, in parte, occupato gli spazi d’azione. Alcuni di questi si sono spostati nei comuni limitrofi con conseguent allargamento dell’area dello scontro”.