Le risposte della Russia a un’eventuale esclusione dal sistema di pagamenti SWIFT non avranno limiti. E non solo sul piano economico. Parola del primo ministro ed ex presidente Dmitry Medvedev che ha reagito alle indiscrezioni secondo cui, in seguito all’attacco che, secondo la stampa occidentale, sarebbe stato compiuto da milizie filorusse al mercato di Mariupol di settimana scorsa, i Paesi occidentali potrebbero propendere per questa nuova mossa.
Il circuito SWIFT, acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications, gestisce 1,8 miliardi di transazioni finanziarie l’anno, per un totale di 6 miliardi di dollari al giorno di pagamenti. Il sistema include 210 Paesi e circa 10mila operatori finanziari. In Russia il circuito ha un punto di riferimento nel circuito locale RoSWIFT. La proposta di un’eventuale esclusione di Mosca era già stata avanzata dalla Gran Bretagna nel mese di agosto 2014, da inserirsi all’interno delle sanzioni relative alla crisi ucraina, ma era poi stata dismessa per la contrarietà degli altri Paesi Ue. Tuttavia i fatti di Mariupol hanno portato al riemergere di questa eventualità.
E, proprio pochi giorni fa, al World Economic Forum, il Ceo del gruppo finanziario russo Vtb, Andrey Kostin, aveva dichiarato all’agenzia di stampa Tass.ru che un’eventuale esclusione della Russia dal sistema SWIFT avrebbe significato l’interruzione di qualsiasi rapporto con gli Stati Uniti d’America. Non solo. Kostin ha anche affermato che “questa situazione significa il ritorno alla Guerra Fredda o a una guerra vera e propria. Questa non è più una situazione che riguarda la nostra compagnia o i mercati finanziari”. Per quanto concerne la situazione strettamente finanziaria, ha aggiunto infatti Kostin, la Russia “ha già creato un sistema alternativo allo SWIFT ed è già in trattativa con possibili partner cinesi”
Il pericolo reale è invece quello di un’escalation delle tensioni militari. “Osserveremo gli sviluppi – ha infatti minacciato il premier Medvedev – e se sarà presa una simile decisione voglio sottolineare che la nostra reazione in campo economico, ma in generale qualsiasi altra reazione, non avrà limiti”.