Teheran. E’ il 21 gennaio 2015. La delegazione militare russa e quella iraniana si incontrano per stipulare uno storico accordo di cooperazione tra le due Nazioni. Tale patto ,firmato dal generale russo Sergey Shoygu, e quello iraniano Hossein Dehqan, arriva al termine della lunga visita istituzionale di militari russi nella Repubblica Islamica e in un momento storico delicatissimo per il Medioriente e i suoi numerosi e diversi popoli.
Naturalmente i contenuti formali dell’accordo sono stati celati dalle autorità alle agenzia di stampa presenti al momento della stipula, tuttavia è possibile ritenere che -sulla base anche di quanto riferito dal quotidiano la Voce della Russia e dalle dichiarazioni rilasciate dai delegati– i punti fondamentali e il fulcro del patto siano : un più intenso scambio di delegazioni e di visite delle navi militari ai porti di Russia e Iran, lo svolgimento di trattative tra gli Stati maggiori dei due paesi, la cooperazione nel campo della formazione e uno scambio di esperienze relative all’attività di peacekeeping e alla lotta al terrorismo.
Tuttavia la cooperazione militare tra Mosca e Teheran non è qualcosa di sconosciuto e unicamente attuale, ma nasce e si stabilizza durante gli anni più intensi del dopoguerra, nel pieno della Guerra-Fredda. Infatti è noto che a partire dagli anni sessanta e settanta del ‘900 numerosi militari sovietici hanno iniziato, fino alla rivoluzione islamica, a lavorare e risiedere in Iran, com’è altrettanto conosciuta la teoria secondo la quale numerosi militari iraniani studiassero, prima del ritorno in patria, in URSS. Inoltre nel corso degli anni si è sempre maggiormente intensificato l’acquisto da parte dell’Iran di armamenti russi.
Attualmente però, sebbene sia stato stipulato tale accordo di collaborazione e cooperazione, i rapporti economico-militari intercorrenti tra Iran e Russia sono ancora fortemente limitati e vincolati dalle sanzioni Onu alle quali la Repubblica islamica è soggetta dal 2007 a causa del suo programma nucleare. Proprio da tali vincoli giuridici ed internazionali l’Iran ha perso circa 4 miliardi di dollari. Chissà che da tale patto possa nascere la possibilità iraniana di svincolarsi da tali sanzioni e rinegoziare la sua posizione militare e nucleare sul piano internazionale con le altre potenze mondiali.
La particolarità dell’incontro, tuttavia, e di tale intesa tra i due paesi è di aver avuto una forza dirompente sulla geopolitica che interessa lo scacchiere mediorientale. Questo è, senza alcun dubbio, un chiaro messaggio, per chi ancora non l’avesse capito, rivolto agli Stati Uniti e alle potenze Occidentali di evitare qualsiasi ingerenza negli affari di quel pezzo, maledettissimo, di terra. La Siria di Assad, l’Iraq, l’Afghanistan e infine lo Yemen; paesi e popoli questi ultimi disintegrati e smembrati dalle bombe sganciate dalle democrazie liberali e liberiste, portatrici di una alquanto discutibile pace ed armonia in quei luoghi che devono e possono essere tutelati e solo ed unicamente dal libero Iran e dalla immensa Russia.