Il club più famoso della Romania ha perso una causa con il ministero della Difesa che lo accusava di essersi appropriato del marchio. La sentenza ha privato i campioni d’Europa del 1986 a utilizzare nome, logo e maglia. Ma c’è una tregua fino a metà dicembre.
Tregua momentanea tra la Romania e la Steaua Bucarest. Il ministero della Difesa ha accettato di concedere una “pausa” di una settimane al club nella disputa che lo vede opposto all’esercito. Ai campioni di Romania sarà concesso di utilizzare il proprio nome e conservare la propria identità fino al 15 dicembre. Una decisione che fa seguito alla sentenza del tribunale della scorsa settimana che aveva privato la Steaua di nome, logo e colori sociali e dato così ragione all’esercito, che ha accusato la società calcistica di essersene appropriata in maniera indebita dal 2004.
Fondata nel 1947 come squadra dell’esercito, il club più famoso della Romania, campione in carica in patria con in bacheca anche una Coppa dei Campioni vinta nel 1986 battendo ai rigori il Barcellona grazie all’impresa del super-portiere Helmuth Duckadam, si è visto cancellare la registrazione con il nome Steaua. La “tregua” ha permesso però al club, che ha appena affrontato la Dinamo Kiev in Europa League, di utilizzare nome, stemma e colori ancora per una settimana, fino al 15 dicembre. La sentenza dell’Alta corte romena è stata categorica nel dare ragione al Ministero e vietare al club di utilizzare nome, colori sociali e simbolo finora in auge, quelli che avevano contraddistinto la storia della Steaua Bucarest: il club si è così di colpo ritrovato senza identità, tra l’imbarazzo e lo stupore generale dei tifosi e dei giocatori, che sono scesi in campo domenica 7 dicembre contro il Csms Iasi (vincendo 1-0) con una divisa gialla ed assolutamente anonima, nella quale lo stemma del club era coperto da un pezzetto di stoffa. Ancor più assurda poi la situazione sui tabelloni, nei quali la Steaua appariva come una squadra fantasma, visto che dove solitamente sta scritto il suo nome vi era la scritta ”padroni di casa” ed al posto dello stemma c’era un assai eloquente buco: situazione imbarazzante, si è detto, per i giocatori, ma ancor di più per i telecronisti, che hanno dovuto ricorrere a perifrasi come ”i campioni nazionali” o ”i locali”, per evitare di pronunciare un nome ormai diventato tabù, e lo stesso è successo agli arbitri nei loro referti. Il proprietario della società di Bucarest Gigi Becali è attualmente in carcere con l’accusa di corruzione. Chissa se il nome Steaua Bucarest diverrà soltanto una chicca per tifosi ed appassionati? …
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