Negata per cinquant’anni, la Guerra Civile italiana è ancora un tema tabù per molti ambienti. Ne è testimonianza il boicottaggio del film “Il segreto di Italia” che racconta una delle tante stragi della Liberazione.
Così il numero di Storia in Rete che è uscito questa settimana in edicola, e vi resterà e fino ai primi di gennaio, ha deciso di ripercorrere alcuni capitoli di quel tragico periodo, da Porzus – dove i partigiani comunisti agli ordini dell’esercito di liberazione iugoslavo trucidarono quelli della brigata Osoppo – a Codevigo – paese della bassa padovana in cui furono massacrati i prigionieri fascisti della brigata Gordini. E ancora, dalla vera storia di Dante Di Nanni – personaggio sul quale Giovanni Pesce costruì a tavolino una vicenda eroica e del tutto inventata – a quella di Edgardo Sogno – “primula rossa” della Resistenza, che nel dopoguerra pagò caro il suo anticomunismo.
La Guerra Civile è un periodo breve – appena 20 mesi, più gli strascichi – ma denso di aspetti rimasti in ombra oppure raccontati finora in maniera falsa e tendenziosa: così è stato per la storia della Repubblica partigiana della Valdossola, uno sfortunato esperimento di libertà che si ritrovò contro oltre ai nemici anche gli “amici”, o per il lungo elenco dei preti assassinati durante (e dopo) la Guerra Civile, vittime di tutte le fazioni in lotta. Ma anche gli aspetti ideali che trasformarono quella che doveva essere una lotta di liberazione in una “san Bartolomeo di repubblichini” ai misteri della “missione giapponese” nelle valli del Pasubio. Infine, Storia in Rete, unica testata che si occupa stabilmente della più grande enciclopedia del mondo, offre ai suoi lettori una nuova inchiesta su come nonostante i notevoli passi avanti fatti, ancora sia difficile su Wikipedia accettare la storiografia più aggiornata sulla Guerra Civile.