Erano passati 10 anni. Era il 9 novembre del 1999 quando a Milano, per la prima volta, un gruppo di dirigenti di Azione Giovani fondò il comitato “Oltre ogni muro” per celebrare ogni anno la ricorrenza della caduta, anzi dell’abbattimento del muro di Berlino. Volevamo farlo con un grande concerto di Enrico Ruggeri in Piazza Duomo, l’idea di coinvolgere un grande artista per superare gli steccati della destra e rendere una festa pensata da noi un patrimonio di tutta la città e dell’Italia intera. Ma i tempi non erano ancora maturi e, poche ore prima del concerto, Enrico ci diede buca dopo forti pressioni di chi gli garantiva decine di date nelle feste dell’Unità.
Pensavamo che in un’Italia che aveva eretto a totem ricorrenze che celebravano divisioni sarebbe stato bello invece individuare in quella data il simbolo di una unità ritrovata dei popoli europei nel nome della definitiva sconfitta di una ideologia assassina che aveva tenuto separati e oppressi per decenni popoli fratelli.
Nacque così l’idea di istituire il 9 novembre come festa dell’Europa ma non ebbe fortuna… per l’Europa dei burocrati meglio un innocuo 9 maggio, giorno della firma dei trattati di Roma, piuttosto che una data che avrebbe evocato concetti pericolosi come identità, libertà, radici.
Non fu però così in Italia dove, pochi anni dopo, la maggioranza parlamentare di centrodestra sposò l’idea di fare del 9 Novembre una ricorrenza nazionale ed approvó, con la legge 61 del 2005, l’istituzione del Giorno della Libertà.
25 anni sono passati da quella notte festosa sotto la porta di Brandeburgo, 15 da quando per la prima volta l’abbiamo ricordata in Italia. In tutti questi anni, nonostante le celebrazioni ufficiali previste per legge, in pochissimi (amministrazioni per lo più di centrodestra, associazioni culturali) abbiamo tenuto viva la memoria. Lo faremo anche domenica, ancora una volta a Milano, sotto l’egida della Fondazione Alleanza Nazionale e con l’intervento di Giorgia Meloni.
Ma non sarà soltanto un momento commemorativo. È chiaro che l’Europa che ancora sognavamo nel ’99 è l’esatto opposto dell’incubo in cui si è trasformata l’Europa di oggi.
Tanto che persino l’immagine splendida dell’abbattimento di quel muro oggi muove paradossalmente anche sensazioni negative, poiché a quell’immagine si associano l’allargamento frettoloso dell’Ue, la riunificazione tedesca che oggi rende la Germania la nazione più forte del Vecchio Continente, la concorrenza drogata dal basso costo del lavoro nei Paesi dell’Est, una linea di politica estera anti-russa (fortemente condizionata dalle classi dirigenti degli ex Paesi del Patto di Varsavia.. Tutti tranne il bravo Orban) che sta provocando Putin anziché arruolarlo nella guerra al fondamentalismo islamico di Isis.
Per questo domenica abbatteremo simbolicamente i nuovi muri d’Europa.
La gabbia dell’Euro e dell’austerità che sta strangolando decine di milioni di europei, la democrazia commissariata con governi non eletti e asserviti ai poteri forti e alla Trojka, l’immigrazione selvaggia scaricata sulle nostre spalle da un’Europa che se ne frega, le sciagurate sanzioni alla Russia che stanno mettendo in ginocchio tanta parte del nostro mondo produttivo e il TTIP, quel trattato di libero scambio tra Ue e Usa che minaccia le nostre produzioni di qualità e la sopravvivenza dei nostri campioni nazionali.
Quella sera a Berlino migliaia di giovani ballavano sulle macerie del muro, ci piacerebbe ballare presto sulle macerie di questa Europa di banche, massoni e burocrati per ricostruire un’Europa delle Patrie fondata su radici e valori condivisi, sovranità popolare e sviluppo economico, identità e voglia di futuro.
*membro Ufficio di Presidenza FdI-An