“I poveri non possono più aspettare”, recita lo striscione. Sabato 18 ottobre, i Forconi sono scesi di nuovo in piazza. Stavolta per la vendita di frutta e verdura messa a disposizione gratuitamente dagli attivisti del movimento. Un gesto per chiedere giustizia in favore di Salvatore La Fata, disoccupato edile di 53 anni morto in seguito allo ustioni riportante dopo che lo scorso 19 settembre si era dato fuoco per disperazione a Catania. Il ricavato è stato devoluto in favore dei familiari. Fa sapere Sandro Tinnirello, imprenditore agricolo: “Qui non stiamo facendo rivoluzioni varie, blocchi, manifestazioni e sit-in di protesta. Qui si tratta di esprimere solidarietà ad una delle tante vittime della crisi”.
La storia. La Fata non lavorava da due anni, ma coltivava il sogno di riprendere ad operare nel settore dell’edilizia. Lo scorso 19 ottobre si trovava in piazza Risorgimento mentre vendeva abusivamente frutta e verdura. Un espediente per superare il momento di crisi. Ma a fronte del sequestro della merce da parte dei vigili urbani, ha deciso nell’immediato di farla finita. Alcune telecamere hanno ripreso l’accaduto. La Fata ha acquistato una bottiglia di benzina nel rifornitore della piazza e si è dato fuoco. Da subito le condizioni sono apparse disperate. L’agonia è durata undici giorni. Intanto, i legali della famiglia hanno annunciato querela contro i vigili, per istigazione al suicidio. ll sindaco Enzo Bianco ha proclamato il lutto cittadino.