È un libro che “parla di idee e non di muscoli”. L’avventura di una generazione che andò controcorrente e in anticipo su tutti scoprì l’ecologia, la geopolitica, l’emancipazione delle donne che divennero dirigenti, i fumetti e il Corto Maltese di Hugo Pratt con l’epopea del barone sanguinario Roman von Ungern-Sternberg, il “liberatore” della Mongolia della “Corte sconta detta arcana”, la musica alternativa dei cantautori neri suonata da oltre cento radio libere.
Zpm, la Compagna dell’Anello, gli Amici del Vento. E prima Leo Valeriano, Ma anche le scorribande nel campo avverso dove si leggevano i libri di Antonio Gramsci, le imprese di Che Guevara, Pier Paolo Pasolini e il Massimo Cacciari di “Metropolis”.
Arriva anche a Milano il giro d’Italia di Alessandro Amorese che oggi alle 21 all’Acquario di viale Gadio 2 presenta “Fronte della gioventù. La destra che sognava la rivoluzione: la storia mai raccontata”, edizioni Eclettica. Oltre 500 pagine e una preziosa bibliografia, ma soprattutto uno straordinario apparato iconografico fatto di trecento tra fotografie, manifesti e volantini dell’epoca che raccontano una generazione che ha navigato controcorrente. A parlarne con Amorese questa sera ci saranno uno degli artefici di quei giorni come Marco Valle, anima del Fdg di Milano e vice segretario nazionale, il capogruppo di Fratelli d’Italia al consiglio comunale Marco Osnato, il reggente del Fdg milanese Carlo Fidanza, l’onorevole Paola Frassinetti e il coordinatore delle Liste Verdi Fiorello Cortiana.
Decine le testimonianze raccolte da Amorese che nella prefazione spiega come la sua ricerca si limiti ai decenni Ottanta e Novanta, quelli su cui si è scritto molto meno rispetto agli Anni di piombo. Tutti raccontano “il più grande movimento politico di questi tempi: fatto da giovani, per i giovani” e a colpire è una contabilità che parla di “centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze in tutta Italia, ogni regione con una realtà a parte”. Una realtà che leggendo questo libro si capisce essere stata molto più rispettata (e temuta) dagli avversari politici che dagli stessi dirigenti del Msi, il Movimento sociale italiano di cui il Fdg è sempre stata lo scomodo movimento giovanile. Tanto che per spazzare via quella “meglio gioventù” ci vollero le spranghe dei “compagni” e le manette dei magistrati che li “condannarono” a centinaia di anni di carcere preventivo brandendo il famigerato articolo 270 bis del Codice penale. La stragrande maggioranza delle volte senza arrivare a sentenza.
Ecco allora sfilare le storie del “Caso Milano, tra avanguardia e paninari”, il capitolo dedicato ai ragazzi di via Mancini, la sede milanese del Fronte dove militava Sergio Ramelli, “Almerigo Grilz e Trieste”, “Verona e Nicola Pasetto”, “Padova, un laboratorio in trincea” raccontato da Raffaele Charlie Zanon, “Fare Verde”, “Nerolandia”, “La comunità Giovanile di Busto Arsizio”, “Il Fronte a Torino”, “La Bari di via Piccinni”.
Ma tutto parte da “Paolo Di Nella, il ragazzo del futuro”. Sprangato fuori tempo massimo nel febbraio del 1983, mentre attaccava i manifesti per chiedere il recupero di Villa Chigi a Roma, lo storico parco abbandonato al Salario. Forse per la prima volta ci fu l’ordine di non reagire, di non rispondere alla violenza con altra violenza. E la storia d’Italia cambiò. Dimostrando che quei giovani del Fronte erano molto più grandi e più saggi di un politica di vecchi (per nulla grandi e per nulla saggi) che navigavano verso Tangentopoli indifferenti al loro sangue che tingeva di rosso l’asfalto.
(da Il Giornale)