L’amore è scelta rischiosa. L’amore è accettare tutto da lui o da lei. Anche se lui è un avventuriero, è un “eroe sfaccendato”, è Hermann Göring. Nelle ombre di un dopoguerra germanico, Hermann e Carin sfidano famiglie e morali perbeniste. Si amano, questo basta per tutto. Carin, nobildonna svedese, lascia marito e figlio per seguire l’aviatore della prima guerra mondiale, il capitano decorato, Hermann il morfinomane. Così il nuovo romanzo di Pietrangelo Buttafuoco, “I cinque funerali della signora Göring” ricostruisce un’avventura. Amanti malati nel corpo, sognatori nazionalsocialisti fanatici, vite raccontate mentre la Germania bolle. E sta per scoppiare un paese; le terribili avventure hitleriane bussano alla porta; e due testimoni di passioni corrono verso la tragedia; lo fanno in un viaggio incantato, un viaggio verso la maledizione.
Questo romanzo ci fa pensare ad un film da farsi. Herman e Carin sono cinematografici. Tanto febbrili e irrequieti. Anime romantiche da seguire. Che corrono in Mercedes. Che scappano dalla polizia bavarese. Sono due Boonie e Clayde del nazional-socialismo, in quel lontano 1923, allorquando i demoni nazisti scendono in strada, con le pistole, perché “La sollevazione è fallita. Hermann, sanguinante, è riverso sul selciato. E’ stato colpito in più punti.” (pag. 70)
E’ una prerogativa artistica di Buttafuoco: andare laddove nessun scrittore ha già osservato; cioè andare dentro i giorni degli amori mai raccontati. Nel precedente romanzo – “Il dolore pazzo dell’amore” – lo scrittore siciliano osserva nei riti perduti della tradizione, nelle buone e antiche cose siciliane. Invece, nel suo nuovo libro, Buttafuoco guarda nella saga sanguinante hitleriana, cioè scruta dentro la Storia per scoprire una fragile quanto coraggiosa svedese e un nazista testimone del suo tempo.
Questi due personaggi appassionati sino alla tragedia; questi “due amanti squattrinati”; questi due bohémien nazionalsocialisti con le loro vite imbevute di estetiche nordiche e militari sembrano dannunziani. E il romanzo di Buttafuoco esprime un ‘paesaggio umano’ dannunziano. Ciò perché gli eventi narrati mostrano il rischio, l’esibizione, lo scandalo, l’abisso della morte e il tutto crea un’area tematica di dannunzianesimo. In più, diverse descrizioni insistono nel ricostruire ambienti decadenti, ambienti raffinatissimi, ambienti di montagne e castelli, “ E così le rupi su cui la fortezza si arrocca, auree e fluide. Attorno, la neve a far da bavetta alle punte delle montagne. E un piccolo lago, l’Alpsee, un diamante che riflette il blu di un cielo in cui bianche nubi…” (pag. 53) La cifra stilistica è ariosa; senza alcun azzardo, la cifra è dannunziana.
Ma perché “i cinque funerali della signora Göring?” Il lettore lo potrà comprendere attraverso la malinconia delle scene dedicate alla tomba di Carin. Attraverso le disavventure dell’urna con le poveri ceneri di una nobile svedese. E il lettore potrà scoprire il grasso Göring che ama pazzamente. La sua ossessione lo riporta a lei, più volte. A lei morta da anni. E la descrizione della salma della povera Carin è realismo acuto. Realismo gotico, “I capelli sono intatti. Le labbra, mummificate, sono serrate intorno alla dentatura.” Ecco i resti della donna del nazista ma anche il pianto di Göring, “Ecco Carin, su cui Hermann goccia lacrime di tenerezza più che di angoscia. Eccola. Pezzo dopo pezzo la raccoglie e ne depone le parti in una cassa di legno” (pag.145)
Dopo aver letto le ultime pagine, il lettore avrà la sensazione di aver attraversato la Storia, di aver letto una prosa preziosa e cadenzata. E potrà comprendere, ancora una volta, la grandezza e la miseria degli uomini. La grandezza e la miseria di un amore narrato liricamente da Buttafuoco. Allora, piace qui ricordare i versi di Pier Paolo Pasolini. I versi di un poeta di amori maledetti, “Ah vergogna e splendore, vergogna e splendore! /Mille nubi di pace accerchiano il cielo,/amore, non finirai d’essere amore” e l’amore tra Hermann e Carin non finirà mai.
*“I cinque funerali della signora Göring” di Pietrangelo Buttafuoco, Mondadori, pagg.176, euro 18