L’embargo contro la Russia, dovuto alla situazione in Ucraina, si annuncia dannoso per tutta l’Unione Europea, e rischia di trasformarsi in un boomerang anche per l’economia statunitense. E’ notizia di qualche giorno fa che in Russia sono scattati i controlli igienici nei confronti dei Mac Donald’s, a seguito dei quali ne sono stati chiusi quattro nella città di Mosca, fra cui il primo costruito in Russia, nel 1990. La motivazione della chiusura è, a quanto dicono le autorità moscovite, la violazione di varie norme igieniche, ma è abbastanza evidente che siamo di fronte ai primi segnali di contro embargo da parte russa.
Alla Duma è allo studio, proprio in questi giorni, una proposta di tassazione maggiorata nei confronti dei fast food, i cui proventi sarebbero poi destinati al risanamento della popolazione. Le catene più colpite da un provvedimento del genere sarebbero, guarda caso, Mac Donald’s, Burger King, Starbucks e altre catene statunitensi, molto visitate e capaci di fatturati giornalieri a diversi zeri.
A venire colpite dall’embargo potrebbero essere anche aziende di altri settori. Negli eventi ufficiali sarà probabilmente vietato il consumo di bevande straniere e i funzionari pubblici rischiano di non poter più usare i prodotti Apple.
Nel frattempo il contro embargo agro alimentare è già in atto, danneggiando i paesi europei produttori di frutta e verdura, come l’Italia, ma anche aziende che hanno investito in Russia molte energie, come la Carlsberg, che paventa una restrizione del proprio mercato russo fino al 10% e, in virtù di questa previsione, una crisi del proprio titolo in borsa. Colpite anche E.On, Henkel e moltissime aziende finlandesi in ogni settore. La Germania sta già subendo una contrazione del mercato automobilistico mentre risultano ferme molte navi nei porti danesi.
Dal canto suo Putin sta stringendo accordi commerciali con i paesi non allineati ai dettami di Whashington, sia asiatici che europei, compensando esportazioni e importazioni. Comprerà agroalimentare dalla Bielorussia, venderà il gas alla Cina e aprirà nuovi mercati probabilmente con il Sud America.
Nel frattempo l’Europa conta i danni, vittima di una guerra economica fra USA e Russia, che non le appartiene, ma dalla quale rischia di uscire piuttosto malconcia.