Il reboot della fortunata saga cinematografica del Pianeta delle Scimmie è giunto al secondo capitolo, con Apes Revolution-Il Pianeta delle Scimmie (titolo originale Dawn of the Planet of the Apes) nelle sale in questi giorni. La storia racconta gli eventi intercorsi successivamente all’espansione di un virus letale, creato dall’uomo per combattere l’Alzheimer ma in realtà servito solo a potenziare a dismisura l’intelligenza delle scimmie su cui era stato testato, a contagiare l’uomo e a portarlo all’estinzione.
Il film si apre mostrando la vita delle comunità composta ormai da centinaia di scimmie intelligenti, guidate da Cesare, che ha insegnato il linguaggio sia verbale che dei segni ai suoi seguaci. Sono ormai giunti a un livello di evoluzione umano, conoscono il fuoco e cacciano utilizzando utensili. Poi la foresta viene scossa da un colpo di pistola, che genera sgomento fra tutta la comunità e terrorizza Cesare, perché la polvere da sparo simboleggia il ritorno dell’antico padrone. Si scopre quindi che l’uomo non è scomparso del tutto e che si sta formando uno stanziamento di sopravvissuti, a poca distanza dal luogo dove vivono le scimmie e per giunta vorrebbe utilizzare l’elettricità prodotta da una diga in disuso, situata proprio dove vive la tribù di Cesare. La situazione precipita e scoppia la guerra fra scimmie e uomini. La storia si concluderà poi nel terzo film della trilogia che uscirà nel 2016.
La storia cinematografica del Pianeta delle Scimmie, serie di film liberamente ispirata al romanzo La Planet des Singes, inizia nel 1968, con un film fantascientifico il cui attore principale era il grande Charlton Heston. Quel film raccontava la scoperta da parte di alcuni astronauti di un pianeta in cui i rapporti uomo e scimmia risultavano invertiti, con le scimmie parlanti e civilizzate che inseguivano mandrie di uomini, scena ripresa, in una sorta di cameo, anche in una parte di Apes Revolution. Successivamente Taylor (interpretato da Charlton Heston) scopre, durante la famosissima scena della Statua della Libertà ridotta in pezzi, che in realtà quel pianeta è la Terra dove le scimmie hanno preso il sopravvento dopo una guerra contro gli uomini, ridotti in numero dopo una catastrofe nucleare. Successivamente vennero girati vari sequel che spiegavano come si fosse arrivati alla presa del potere da parte di quelli che sembravano innocui animali. La saga riscosse un ottimo successo, in un periodo in cui la fantascienza stava crescendo sia in letteratura che al cinema.
Il Pianeta delle Scimmie è parte di un genere che prende il nome di fantascienza post apocalittica, molto in voga in quegli anni di Guerra Fredda, in cui il pericolo di guerra atomica pareva imminente, seguita da un’apocalisse nucleare. Le opere appartenenti a questo sotto genere narrano di un futuro possibile dopo una catastrofe atomica. Planet of the Apes è spesso associato a 1975:Occhi bianchi sul pianeta terra (in inglese The Omega Man), tratto dal libro Io sono leggenda, film uscito nel 1971 che parla dell’estinzione dell’uomo dopo l’uso di armi batteriologiche, il cui protagonista è interpretato ancora da Charlton Heston. Va notato che molti film di questo filone prendono le mosse da opere letterarie, a testimoniare l’importanza del genere fantascientifico in letteratura, spesso sottovalutato in Italia, come tutto il fantastico.
Un tratto comune fra la serie degli anni 60-70 e quella moderna è la difficoltà di dare un giudizio morale sulle vicende narrate. I buoni sono gli uomini, che hanno schiavizzato le scimmie o le scimmie che ribellatesi trattano gli uomini come animali? La risposta in realtà la fornisce Cesare in Apes Revolution. Deluso dalla piega presa dagli eventi, si appresta a malincuore a condurre una guerra che non voleva e riconosce che le scimmie sono diventate per molti aspetti come gli uomini, mosse da rancore per le torture e gli esperimenti subiti ne riprendono gli aspetti più deleteri. In tutto questo svetta Cesare stesso, che ha conosciuto gli uomini buoni e cerca di ispirarsi a loro.