“In Ucraina c’è stato un colpo di Stato, voluto dagli Usa e da agenzie internazionali per questioni energetiche e per alimentare il loro modello consumistico di società. E anche in Italia valori come tradizione e comunità stanno scomparendo”. Mentre parla, Nicolai Lilin ti guarda con quegli occhi di ghiaccio che non lasciano spazio a dubbi. Almeno sulla crisi ucraina, non esistono zone grigie nelle convinzioni dell’autore di “Educazione siberiana”. Su una panchina del lungomare di Albissola, prima della presentazione del suo ultimo libro, “Il serpente di Dio”, durante la rassegna letteraria “Parole Ubikate in mare”, quegli occhi s’accendono mentre discute di Russia, delle barricate di Maidan, del fallimento del modello occidentale, dei valori che gli ha trasmesso il nonno: Dio, patria, libertà. Insegnamenti appresi sulla sua pelle, come la storia della sua vita che porta tatuata sul corpo. Si sente parte del mondo occidentale. Ma non dimentica le sue radici. “Noi russi siamo nati guerrieri”.
Il “serpente di Dio” parla di culture e religioni differenti, come l’Islam e il cristianesimo, che convivono in una comunità del Caucaso. E’ nella differenziazione che c’è autentica integrazione?
Più che culture differenti si tratta di un’unica cultura che oggi viene riproposta come divisa in due centri, due poli diversi e anche nemici. Volevo spiegare che Islam e cristianesimo, e le altre religioni che esistevano in Russia, facevano parte integrale di un’unica cultura forte, pacifica, che ha generato quel grande Impero che era la Russia. La mia intenzione era raccontare la parte della cultura russa legata alla condivisione di due religioni diverse, facendo riflettere i miei lettori occidentali sui valori legati alla tradizione e alla comunità. Valori che sono molto importanti per me.
Più volte si è espresso in maniera radicale sull’attuale guerra in Ucraina. Qual è la sua posizione?
La mia posizione è semplice. Parlo di quello che conosco, che ho percepito personalmente e con i numerosi contatti che ho sia nei servizi segreti che nell’esercito russo, e che non nascondo. Ho lavorato e credevo in quello che facevo. Non parlo perché sto a casa e mi invento le cose. Ciò che dico viene sostenuto da larga parte della sesta parte del mondo, la Russia. Cose che vengono taciute dai nostri media occidentali, in gran parte corrotti e strumentalizzati. In Ucraina è avvenuto un colpo di Stato, illegale, violento, organizzato da forze esterne. Non rappresenta assolutamente la volontà del popolo ucraino. Se tutto il popolo fosse stato d’accordo non ci sarebbe stata la secessione della Crimea e la guerra civile che c’è adesso.
Che peso hanno le questioni energetiche nel ruolo svolto da Usa e Occidente nella crisi ucraina?
Determinante. E’ solo per questo motivo che c’è la guerra. L’America è un Paese che sta esaurendo tutte le sue fonti energetiche. Se guardiamo i talk show non ascolteremo mai cose del genere ma bisogna aprire la mente e informarsi sui canali indipendenti come i blog, che sono organi d’informazione spesso più coerenti delle grandi testate. La grandissima forza di questa guerra è legata alla necessità di Usa di trovare nuove fonti energetiche, perché è il più grande consumatore di energia al mondo. Hanno una società basata sul consumismo: macchine più grosse, prestiti più alti.
Possibile che tra i ragazzi delle barricate di Maidan non ci siano giovani nazionalisti convinti di combattere in buona fede, per il bene dell’Ucraina?
Non dubito che tanti ragazzi di Maidan volevano il bene della loro patria. Ma sono stati strumentalizzati: Lenin chiamava persone del genere “utili idioti”. Possono avere tutte i buoni propositi che vogliono ma ammazzano persone civili e partecipano a uno scempio sulla propria terra. Combattono cittadini della loro stessa terra ed è la cosa peggiore che c’è. Un uomo, un guerriero, deve difendere la propria terra dagli esterni, loro si sono messi insieme a gente venuta da fuori, da Washington, per insegnare i nuovi valori, e si sono fatti strumentalizzare e uccidono i loro fratelli, gente che crede nello stesso Dio. Lavorando, in questo modo, per chi crede in McDonald’s e Shell.
Esiste una terza via possibile che immagini un’Ucraina indipendente e sovrana che si ritrovi naturalmente, per storia e geografia, nel bacino d’influenza russo?
L’Ucraina aveva già la possibilità di essere indipendente, con Janukovyc. E’ vero che era costretto ad accettare alcune posizioni russe, e bisogna dire che era un oligarca. Ma rispecchiava bene il popolo ucraino. Ciò che è avvenuto adesso, la rivoluzioni populista, è dovuto al lavoro di agenzie esterne, che hanno strumentalizzato il populismo creando una guerra. Ma a loro interessa usare l’Ucraina come punto di slancio per attaccare la Russia e coinvolgerla magari in una guerra. Altrimenti come fanno a fare soldi?
Il ruolo di Putin può essere quello di incarnare l’alternativa al modello occidentale e unipolare, ponendosi come interlocutore privilegiato per l’Europa?
Spero che Putin non dovrà mai diventare un esempio per l’Occidente, che ha la sua storia, il suo percorso e deve trovare i propri valori. Mi sento parte del mondo occidentale. Putin deve fare il meglio per il proprio Paese, possiamo criticarlo o no, è un politico. Personalmente per alcune cose mi piace, per altre no. Anche in Italia, con lo schifo che abbiamo, con la sepoltura di tutti i valori primari che stanno scomparendo, quasi nessuno pensa ai veri valori che un uomo deve seguire, come la famiglia. Un vero uomo, per vivere una vita giusta, deve pensare ad altro. Mio nonno, quando sono partito da casa, mi ha detto: “Se vuoi essere sicuro che stai seguendo una vera strada nella tua vita, devi avere Dio nell’anima, la Patria nel cuore e la libertà nella testa”. Noi oggi siamo sbandati. Ma dobbiamo solo ritrovare i veri valori.