Alla fine Marine Le Pen non è riuscita a formare un gruppo al Parlamento Europeo, mentre Nigel Farage sì.
Per creare un gruppo servono 25 parlamentari provenienti da 7 stati diversi. La questione numerica non era un problema per la leader del Front National, che può contare su 24 parlamentari provenienti dalla sola Francia, ma non sono state trovate due nazioni, oltre alle cinque già rappresentate (Francia, Italia, Olanda, Austria e Belgio). Il problema nel trovare le due mancanti sarebbe stato la non disponibilità di Wilders ad allearsi con gruppi troppo “omofobi” ed apparentemente estremisti provenienti dal’est Europa. È lo stesso Wilders che annuncia il fallimento: “Sfortunatamente non siamo riusciti a formare un gruppo al Parlamento europeo con altri sei partiti”.
Ciò che alcuni paventavano prima delle elezioni europee si è dunque avverato. L’eterogeneità del gruppo creato dalla Le Pen non era sostenibile. Il vicepresidente dell’FN, Philippot, commenta che “c’erano diversi partiti, ma ci vogliono sette paesi e stavolta non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo fatto una scelta di coerenza politica: non un gruppo a qualsiasi prezzo, ma un gruppo che abbia come condizione quella di avere un significato politico. E noi privilegiamo la qualità all’idea di avere un gruppo semplicemente per avere un gruppo”. L’italiano Matteo Salvini però è fiducioso che si possa formare un gruppo nei prossimi mesi, perché in realtà dopo la prima seduta della legislatura, si potranno presentare nuove iscrizioni a gruppi eventualmente formatisi: “Siamo un poco in ritardo ma siamo tutti convinti che presto costituiremo un gruppo parlamentare realmente alternativo a tutti gli altri”.
Chi invece è riuscito a formare una coalizione nell’Europarlamento è Nigel Farage, grazie al fatto che molte delle differenze esistenti fra i componenti sono state superate. Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle hanno infatti aderito a un gruppo che non rispecchia il sentimento di molta parte degli elettori, avendo dentro partiti come i Democratici Svedesi accusati come al solito di derive estremiste ma come ha più volte spiegato l’ex comico dal blog, questo non è rilevante. Entrare in un gruppo al Parlamento Europeo serve per avere benefici negli organi superiori dell’assemblea, prendere i finanziamenti e compiere una serie di operazioni a cui da non iscritti non ha diritto. Grillo, proprio per questo motivo, si dice quindi soddisfatto: “E’ una grande vittoria per la democrazia diretta. Per la prima volta in Europa, i cittadini hanno scelto i loro portavoce ed hanno detto loro dove stare nel Parlamento europeo. Ora inizieremo a lavorare nei comitati e faremo sentire la voce della gente alle istituzioni europee, senza intermediari. E’ bellissimo.”
Nel frattempo iniziano a volare già scintille fra le due aree euroscettiche del Parlamento, con Salvini che attacca Grillo e Farage. “Intanto – spiega il leader leghista – però diciamo un bel ‘grazie’ al duo Grillo-Farage. Al primo basta sparare qualche castroneria irrealizzabile, a Farage fare gli interessi della City finanziaria londinese. E dell’euro chi se ne frega! A Beppe piace mentre Nick ha la sterlina e se la tiene stretta”.