Nigel Farage batte Marine Le Pen. Per lo meno sui “tempi” di consegna per la formulazione del gruppo nel Parlamento europeo. Il leader dell’Ukip, infatti, è riuscito a mettere su l’Efd (Europa della libertà e della democrazia) prima del leader del Front National, ancora alle prese (ma c’è tempo) con la raccolta adesioni che permette di formare un gruppo rappresentativo di almeno sette nazioni.
Farage questo obiettivo l’ha già raggiunto. Dopo aver stretto il discusso sodalizio con il Movimento 5 Stelle (le polemiche tra i grillini continuano), la cordata vede partecipi anche i Democratici Svedesi, l’Unione dei Contadini Lettoni , Ordine e Giustizia, il Partito dei Cittadini Liberi proveniente dalla Repubblica Ceca e una dissidente del Front National.
Come si può facilmente dedurre dalle biografie dei partiti sono tutti movimenti marcatamente di destra (seppur nella versione euroscettica, ossia un minestrone di liberisti, nazionalisti e formazioni anti-immigrazione), a smentita di chi sosteneva la nascita di un gruppo di “pentastellati” europei. Non a caso a dare man forte al populista inglese è stata anche una deputata dissidente del Front National, Jolle Bergeron, che ha spiegato di essere stata espulsa dal partito proprio a causa delle sue posizioni moderate dopo che si era detta favorevole ad estendere il diritto di voto agli immigrati, ma che in ogni caso rappresenta espressione di quella destra rispetto alla quale sia Farage che Grillo dicevano di non voler aver nulla a che fare.
Come dicevamo con l’innesto di nuove forze, ora il gruppo EFD ha 48 membri da sette diversi paesi dell’Unione: abbastanza per essere riconosciuto al Parlamento europeo e per accedere a tutti i diritti che questo comporta. Resta, Per Farage e Grillo, l’incognita della fragilità della struttura appena messa in piedi: il fatto che ci siano paesi rappresentati da un solo parlamentare inevitabilmente rende il gruppo potenzialmente fragile.
Adesso si aspetta la contromossa di Marine Le Pen: l’obiettivo, infatti, non è arrivare solo a mettere su un gruppo parlamentare ma anche a stilare una piattaforma di rivendicazione quanto più possibile organica.