Il recente arresto da parte della polizia dell´Ulster di Gerry Adams, leader storico del Sinn Féin, partito che in passato era considerato il braccio politico dell´IRA, ha riscosso una notevole attenzione anche sui media italiani. Una attenzione, specie quella dei giornalisti, che si è però tradotta in un cut and paste da wikipedia e in analisi spesso superficiali, come quella secondo la quale la Provisional IRA rappresentava la fazione degli estremisti dell´IRA. Insomma gli estremisti degli estremisti, o gli estremisti dei terroristi come asserirebbero i filobritannici. In linea di massima tutti i media nazionali hanno presentato il Sinn Féin e il suo leader Adams come i rappresentanti del repubblicanesimo nordirlandese attuale, con una equazione Sinn Féin = Repubblicani che però appare piuttosto incrinata nell’attuale Irlanda del Nord.
Gerry Adams e il Sinn Féin sono accusati da larghe fasce del movimento repubblicano nordirlandese di eccessiva morbidezza nei confronti del dominio britannico e spesso le accuse divengono ben più pesanti. Il Sinn Féin e´ infatti accusato dai repubblicani nordirlandesi “di applicare la legge britannica da Sormont”, “di supportare l’attività di polizia politica britannica”, “di richiedere alla comunità di fare la spia sui repubblicani” ed anche di “partecipare ai banchetti con la regina”. L’equazione proposta sui medi italiani non rispecchia dunque il complesso scenario politico nordirlandese.
Anche per quanto riguarda la gestione della memoria storica, The Bogside Artists, i più noti muralisti repubblicani di Derry, hanno spesso accusato il Sinn Féin di ostacolare la preservazione dei murales che testimoniano il dominio britannico e la lotta repubblicana.
Prima di prendere in esame le ragioni dell´arresto di Gerry Adams è dunque utile tener presente che l´equazione Sinn Féin = repubblicani non sembra rispecchiare il corrente scenario politico repubblicano nordirlandese. L’arresto del leader del Sinn Féin è avvenuto per un omicidio del 1972. La vittima si chiamava Jean McConville, vedova di 37 anni e madre di dieci figli, sequestrata davanti ai propri figli venne uccisa dall’IRA e il suo corpo occultato in una spiaggia rinvenuto nel 2003. Inizialmente si ritenne che la donna fosse stata assassinata perché colpevole di aver soccorso un soldato britannico, e nel 1999 l’IRA, che ammise l’omicidio, asserì essere stata uccisa in quanto spia per conto dei britannici. L´omicidio di Jean McConville resta, all’interno del tanto sangue versato in Irlanda del Nord, uno di quei casi dei quali in molti sanno, ma dei quali nessuno parla perché aprire le porte della memoria quando il sangue sparso è così tanto e la lotta politica ancora in atto diviene operazione difficile se non impossibile. Certo resta che quell’omicidio venne tacciato anche da alcuni repubblicani come destinato a far cadere “shame”, vergogna, su alcuni membri della IRA.
L’arresto come monito ai nordirlandesi a non seguire la strada della Scozia?
Oggi il Sinn Féin reagisce all’arresto del suo leader facendone una questione politica di mera attualità, dato che l´arresto è avvenuto nelle immediate vicinanze delle recenti elezioni Europee. Resta però difficile poterne identificare le eventuali ragioni politiche che potrebbero, qualora presenti, essere molteplici. Non ultima un avvertimento britannico ai repubblicani sulla impercorribilità di una indipendenza sul modello portato avanti dalla Scozia. Sarebbe inoltre interessante comprendere come si sia giunti al nome di Gerry Adams, ma in questo caso si rischia di passare dal piano delle ipotesi a quello delle illazioni. Certo è che tale arresto potrebbe indubbiamente ripercuotersi sulla attuale tregua nordirlandese, se neanche andando ai banchetti della regina si evita il carcere, tanto vale cenare da soli.
Una commissione per la pacificazione nazionale sul modello sudafricano
Una più ampia riflessione però si rende necessaria a livello di ricostruzione storica. I tentativi di far luce su un singolo omicidio nell’Iralnda del Nord rischiano di incrementare la tensione dato che gli omicidi impuniti restano troppo numerosi. La fede nella giustizia in queste terre e tra i repubblicani non può che essere inesistente, basti pensare che ancora oggi non vi sono colpevoli per la strage del Bloody Sunday del 1972 e il governo britannico ha ammesso una condotta ingiusta e ingiustificabile da parte delle proprie truppe solo nel 2010. Ciò che appare piuttosto necessario in Irlanda del Nord è una commissione che prenda esempio dalla Truth and Reconciliation Commission (TRC) adottata in Sud Africa. La commissione sudafricana fu un mezzo per raccogliere testimonianze sugli eventi accaduti durante il sistema dell´apartheid: le testimonianze raccolte in un prestabilito arco di tempo non divennero oggetto di azione processuale e aiutarono a ricostuire la storia tormentata del Sud Africa. Desmond Tutu, figura chiave e ideatore di questo progetto, sostenne che una vera riconciliazione non può avvenire se si nega il passato.
Non sembra pero´ ancora giunto il momento in Irlanda del Nord affinché si possa guardare al passato in modo complessivo e la principale causa di ciò, a differenza del Sud Africa dove il regime dell´apartheid era caduto, e´che ancora in Nord Irlanda si estende la lunga mano di Londra nell´indifferenza dell´Europa e delle sue istituzioni. Una lunga mano coloniale della quale non pochi ad oggi, tra i repubblicani, reputano complice anche il Sinn Féin e il suo leader Gerry Adam.