La ricerca di un luogo al di là della prosaicità del quotidiano, dove vivere appieno anziché sopravvivere «sotto il cumulo inarrestabile di abitudini corrive, di preoccupazioni quotidiane, di sciocchezze», questo, il nocciolo attorno a cui si tesse e fa ritorno il racconto di Gianfranco De Turris, Il vecchio che camminava lungo il mare, riedito di recente dalla Tabula Fati di Marco Solfanelli, dopo che «il caso ha voluto – dichiara l’autore – che alcuni amici, non conoscendolo ma avendone sentito parlare, lo volessero leggere, non trovandolo però da alcuna parte».
Accompagnano il testo, un’interessante ed illuminante postfazione, “In viaggio verso l’altra Realtà”, del critico Andrea Scarabelli, che tenta una propria lettura del racconto, tenendo ben presente che si tratta «di un favola che, in quanto tale, si presta a differenti letture» come, del resto, de Turris «non si stanca di ripetere da decenni». Lo spunto del racconto è frutto, come ricorda lo stesso autore nella nota che segue il racconto, dell’«accumularsi» di ricordi, vissuti durante l’infanzia, la giovinezza e l’età adulta, di una spiaggia, «quella di Fregene».
Segue di pari passo alla voce narrante una tensione costante che si scioglie solamente quando il racconto sta per volgere al termine, non perché, come accade solitamente in tante narrazioni dozzinali, si è dato risposta ad un enigma particolare; l’autore si nega a ricondurre in placide acque il lettore, anzi con esso gli preme di condividere un quesito che richiede una risposta sì soggettiva ma che riguarda l’intero genere umano: la realtà in cui si trova a vivere tutti i giorni non è l’unica né la più importante, esiste infatti una «Realtà Altra», sempre posseduta, ma per qualche motivo lontana e apparentemente irraggiungibile.
E allora dove si trova questa realtà, si chiede il narratore, la cui voce coincide con quella del protagonista? È semplice ma al contempo arduo cercare di darvi risposta: essa è in ogni dove, ma non c’è un luogo preciso dove cercare. Come nell’Aleph di Borges, questa realtà, che si cela al quotidiano, è dappertutto: forse «in un sottoscala», forse «tra i cocci di vetro di una spiaggia». Sta di fatto, però, che quando il protagonista si rivolgerà al misterioso individuo – che “accompagna” il narratore/protagonista, attirandone da tempo l’attenzione, in questo che può definirsi, senza forzature, un viaggio iniziatico -, chiedendogli cosa dovrà fare per impossessarsi di questa «Realtà Altra», questi gli risponderà seccamente: «Assolutamente nulla, proprio come hai fatto sino ad ora».
Quello di de Turris è un racconto fresco, schietto che si inoltra, però, in uno spazio da cui sembra veramente impossibile farvi ritorno con una risposta, coincidendo, questa, evidentemente, con la ragione ultima dell’esistenza stessa; quasi un sogno, narrato a ad occhi aperti, in uno stato di apparente dormiveglia.
ilvecchiochecamminava (1)
*Il vecchio che camminava lungo il mare, di Gianfranco de Turris (pagg. 64, euro 7,00, Tabula Fati)