«Non si può difendere l’agricoltura di un Paese e di una regione a parole e poi non essere presenti al momento dei fatti. Ci sono state diverse defezioni tra i deputati italiani al momento del voto». Questa l’accusa che l’europarlamentare del Nuovo centrodestra, Giovanni La Via, ha consegnato a Repubblica all’indomani del voto che ha liberalizzato i prodotti agroalimentari marocchini. Una deliberazione che per la Coldiretti ha sancito drammaticamente la «fine della agricoltura in Sicilia». Nei fatti, il testo è stato approvato il 16 febbraio 2012. Poco più di due anni fa. Ma le polemiche in merito all’atteggiamento in aula della delegazione italiana sono riemerse a più riprese.
In ultimo è lo stesso Giovanni La Via – che nella vita è docente di Economia agraria – a rilanciare la questione. Intervistato da LiveSicilia ha infatti tuonato: «Ha vinto in aula una maggioranza risicata: erano a favore i paesi nordici ma devo dire anche che anche l’80% dei deputati italiani del Pd, erano d’accordo. Ed allora, ognuno, lo si deve dire, si assuma la propria responsabilità».
Di sicuro c’è che il voto del 2012 non ha appassionato particolarmente la stampa italiana. Atteggiamento ben diverso ebbero, invece, le associazioni di categoria. Il 12 febbraio del 2012, il presidente di Confagricoltura Puglia, Umberto Bucci, ha addirittura inviato una lettera a tutti i parlamentari europei pugliesi, sollecitando una particolare attenzione sull’argomento.
Oggi, Barbadillo è in grado di riferire come andò il voto in aula. Compatto in favore dell’accordo con il Regno marocchino il gruppo del Pd. Fra i “sì” anche quello di Debora Serracchiani, Sergio Cofferati e Luigi Berlinguer. Andarono contro le linee del partito, invece, Rosario Crocetta, Pino Arlacchi e Mario Pirillo.
Favorevoli anche Salvatore Tatarella e Cristiana Muscardini di Fli; gli scudocrociati Tiziano Motti e Vito Bonsignore (passato poi al Pdl); gli azzurri Gabriele Albertini e Antonio Cancian. In ultimo anche Herbert Dorfmann dell’Svp.
Contrari su tutta la linea l’allora Pdl, l’Idv e la Lega Nord. Tra gli astenuti: Laura Comi e Licia Ronzulli del Pdl e Paolo De Castro del Pd, che durante la prima votazione si era tuttavia espresso favorevolmente.
Assortita, invece, la fila degli assenti. Per l’Udc mancavano all’appello Carlo Casini, Ciriaco De Mita, Giuseppe Gargani e l’ormai ex Magdi Cristiano Allam. Due per il Pdl: Alfredo Antoniozzi e Aldo Patriciello. Stesso numero per il Pd: Rita Borsellino e Andrea Cozzolino. Ugualmente anche la squadra dipietrista: Sonia Alfano e Niccolè Rinaldi (assente alle votazioni, ma presente in aula). Assenza anche per la Lega Nord con Matteo Salvini.