L’accordo è raggiunto. Votato a Strasburgo il patto tra Ue e Regno del Marocco sulla liberalizzazione di alcuni prodotti ittici e agricoli, fra questi le arance. L’europarlamento ha dato il via libera all’intesa il 17 febbraio, ma la stampa italiana ha dato scarsa eco ad un protocollo che potrebbe sortire effetti non positivi su tutto il comparto agricolo siciliano. Non è bastata dunque l’opposizione in aula dei rappresentanti dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. I voti favorevoli sono stati 369, contro 225 no e 31 astenuti. Al momento del voto, tuttavia, molti italiani non erano presenti in aula. La denuncia arriva dall’eurodepudato dell’Ncd Giovanni La Via che a Repubblica ha dichiarato: «Non si può difendere l’agricoltura di un Paese e di una regione a parole e poi non essere presenti al momento dei fatti».
In cifre, l’accordo che dovrebbe entrare in vigore a maggio, prevede l’eliminazione immediata del 55 per cento (dal 33 per cento attuale) dei dazi doganali sui prodotti provenienti dal Marocco. Mentre i dazi in uscita su frutta, verdura e pesce prodotti nei paesi dell’Unione Europea verranno ridotti del 70 per cento solo nei prossimi dieci anni. Sul piede di guerra la Coldiretti. «È la fine dell’agricoltura siciliana. Oggi – spiega Chiarelli, presidente della sezione isolana dell’associazione di categoria – le arance dal Marocco sbarcano a Palermo a 30, 35 centesimi al chilo. Un prezzo che, grazie agli attuali dazi doganali, equivale più o meno a quelli applicati sulle arance siciliane. In futuro potrebbero arrivare a 17, 18 centesimi al chilo».