Il Pd come partito pacificato dalle primarie che hanno incoronato Matteo Renzi? Una speranza delusa. Ieri, su Il Foglio, l’ex direttore di “Liberazione”, attuale direttore del settimanale Gli Altri, Piero Sansonetti ha lanciato un appello a Massimo D’Alema: fare la scissione del Pd per rifondare una sinistra socialista e libertaria.
La provocazione si incrocia con le dichiarazioni sibilline di D’Alema in un incontro a Bari, presso l’albergo Parco dei Principi: “C’è sempre la via italiana del Partito socialista europeo”. Come a dire che a tutto c’è rimedio, anche ad una svolta neocentrista capeggiata da Renzi. E da questo punto di vista resta in ballo anche il patrimonio del Pci-Pds-Ds, finora gestito dal fido Ugo Sposetti: chi potrebbe escludere che possa essere scongelato per un progetto legato alla rinascita di una sinistra-sinistra, con D’Alema comandante?
Sansonetti guarda già alle elezioni europee e sogna un partito della sinistra che raggiunga una doppia cifra di consensi, eleggendo anche una discreta pattuglia di deputati. E al riguardo denuncia la preannunciata esclusione di D’Alema dalle liste europee del Pd come azione “di stampo fascista” di Renzi, accusato di voler cancellare la storia della sinistra italiana.
La proposta di Sansonetti ha solleticato l’ironia di Gad Lerner, che non sottovaluta il realismo del deputato di Gallipoli: “L’addio di D’Alema al PD e alla politica susciterebbe un entusiasmo davvero vasto, e molti milioni di italiani sarebbero davvero grati a Sansonetti. L’ex presidente dei Ds, però, ha un’idea un po’ più realistica di cosa sia il suo elettorato rispetto ai giornalisti che lo esaltano, come mostrano anche i suoi compagni di viaggio della mozione Cuperlo”.