In centinaia hanno sfidato il maltempo e l’allarme della protezione civile per dire il proprio “no” al Muos previsto a Niscemi. A Palermo è andata in scena ieri la “Rete No Muos”, il coordinamento sovranista che è nato per unire tutti i cittadini che si oppongono all’installazione militare statunitense non solo in ragione della tutela della salute ma anche in difesa della sovranità nazionale. Soddisfatto dello svolgimento del corteo indetto nel capoluogo siciliano il portavoce Stefano Di Domenico: «In centinaia abbiamo manifestato a Palermo sotto la pioggia. Un corteo pacifico e senza bandiere di partito come promesso. La nostra lotta continua, dunque».
“Liberi e sovrani”, si leggeva così nel grande striscione che ha aperto la manifestazione che ha visto la partecipazione non solo di siciliani ma anche di manifestanti provenienti da diverse regioni del Sud. Un corteo – apartitico nel quale sono state bandite tutte le bandiere di soggetti politici – che si pone oggettivamente come una novità nel panorama delle contestazioni popolari italiane. Proprio questo, l’invito a ragionare in termini trasversali rispetto al contrasto all’installazione militare Usa, è stato il motivo per cui è nata la “Rete”: «Da tempo la realtà No Muos – spiegano dal comitato – era stata monopolizzata come battaglia di una parte, oltretutto minoritaria: una scelta illogica, questa della sinistra radicale, rispetto alla quale abbiamo voluto proporre un modo diverso di affrontare un problema che riguarda tutti i siciliani».
La scelta di manifestare sotto l’Assemblea Regionale siciliana, allora, si spiega proprio in quanto il “primo” a essere messo sotto accusa è proprio il presidente Crocetta: «Sul Muos ha avuto un atteggiamento ondivago e strumentale. Sulla questione ha delle responsabilità enormi». Ma per la Rete No Muos non finisce qui: «Palermo è solo una tappa di un percorso che individualmente portiamo avanti da anni – racconta Di Domenico -. Adesso la “Rete” organizzerà in tutte le città siciliane incontri, monitoraggi, in previsione di altri eventi: perché la sovranità del nostro popolo è messa a rischio non solo dal Muos».
La giornata di ieri, però, è stata rovinata in parte dalla contromanifestazione (non autorizzata) animata dal “Movimento No Muos” che racchiude le sigle della sinistra antagonista. Alcune decine di esponenti dei centri sociali infatti si sono opposti fisicamente alla svolgimento della manifestazione. Le forze dell’Ordine sono intervenute e il bilancio è pesante: un arresto e tre feriti. Nelle parole di Di Domenico resta l’amaro: «Ora è il momento di isolare dal Movimento No Muos i centri sociali palermitani, responsabili degli incidenti e evidentemente al servizio degli americani».
Si spacca dunque, il fronte dei No Muos. Ma la condanna dal mondo dei social si indirizza tutta contro l’azione violenta degli aderenti al Movimento No Muos. Si legge tra i commenti: «Gli americani ora ringraziano». C’è chi poi si sofferma a riflettere: «Che dire? L’epilogo di questa manifestazione, alla fine, fa il gioco dei militari americani. L’unico modo per indebolire le ragioni di chi, legittimamente, protesta contro l’installazione in Sicilia delle antenne del mega-radar americano è quello di dividere l’intero fronte popolare».