Cambiare i nomi dei balzelli per addolcire la pillola ai cittadini: dopo aver lanciato la Trise il governo Letta ha deciso di chiamare la tassa che sostituirà l’Imu, con l’acronimo Iuc, imposta unica comunale.
La tassa, concordata da governo e maggioranza composta da Fi, Pd, Scelta civica e Ncd, sarà divisa in due componenti: la prima relativa alla raccolta dei rifiuti, la seconda sui servizi indivisibili. E’ questo il risultato dell’accordo raggiunto al Senato dalle forze della maggioranza. Sulle case diverse dall’abitazione principale la somma delle aliquote Imu e Tasi non potrà superare il 10,6 per mille, contro l’11,6 previsto dalla Trise. Dal pagamento dell’imposta sugli immobili saranno esentate le prime case, escluse quelle di lusso.
Del provvedimento non è stato diffuso il testo, ma secondo il Corriere della Sera, l’impronta di fondo tende a valorizzare l’impianto federalista, permettendo ai sindaci di intervenire per definire i parametri.