Un gancio al presidente Viktor Yanukovych: Vitali Klitschko, re dei pesi massimi della boxe mondiale con il fratello Wladimir, conferma al Parlamento ucraino la sua volontà di voler correre alle elezioni presidenziali in programma nel 2015 alla testa del suo partito, Udar (che significa ‘pugno’).
L’annuncio ufficiale, dopo mesi di indiscrezioni, è arrivato nei giorni scorsi proprio durante i lavori dell’assemblea parlamentare di Kiev che ha votato una legge contra personam studiata apposta per lui: vietare l’eleggibilità alla massima carica politica nazionale a chi ha la residenza all’estero. E lui, residente in Germania, reagisce all’uno-due di Yanukovych rompendo gli indugi, salendo definitivamente sul ring dell’alta politica in Ucraina. Alzando così il tono dello scontro, già elevatissimo.
Klitschko, da anni, è figura carismatica dell’opposizione dura all’attuale leader dell’Ucraina. Tra le battaglie più dure quella contro la detenzione dell’ex premier Yulia Timoshenko. E dove non è riuscita la grazia di una donna, adesso, gli ucraini anti-Yanukovych, sperano che riesca la forza e la determinazione di uno dei pugili più importanti degli ultimi anni. Il presidente in carica teme il boxeur che sta riorganizzando l’opposizione che era sorta attorno alla Timoschenko tanto da indurre il parlamento a tarpare le ali ai sogni di Vitali con la legge anti ‘stranieri’.
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