È sempre più difficile smarcarsi dal consueto, provare a dribblare quello che ci viene offerto e andare soli in fondo aspettando che qualcuno ci segua. Ma ogni volta che qualcuno lo fa, e con stile, ogni volta che nasce una nuova ala destra che regala stupore non si può non applaudire il suo gesto. A leggere il magazine, o laboratorio di idee o hub non conformista – mettetela come vi pare – che è Barbadillo.it, davvero viene da essere contenti a sapere che c’è un posto nuovo che non si iscrive alla banalità del consueto, che sceglie un linguaggio diverso.
Per farvi capire pensate a Barbadillo, il calciatore dell’Avellino degli anni ‘80, al vino cileno molto aromatico che porta lo stesso nome, poi al Subbuteo quindi alla sublimazione degli schemi e all’esercizio della ricerca di un modulo perfetto, aggiungete gli esempi di Longanesi, Prezzolini, Cardini come diagonale che dal passato arriva ad oggi, nessuna casacca partitica, e molta poesia, ne viene fuori una squadra che ha dato vita a un web magazine, tra i più innovativi e singolari, capace di mettere insieme un orizzonte che da Pratt passa per Loach e arriva a Buscaroli, che racconta sia Paolo Di Canio che il tifo dell’Athletic Bilbao. Insomma, dai valori dello sport, e dal racconto di questi in modo non da gazzetta si arriva a discutere di un lavoro culturale che ha dalla sua una ricerca della codificazione e della discussione latina. Oggi pomeriggio su invito di Edoardo Fiore e della comunità “Per una giusta causa”, alle 17,30 al centro sociale Samantha della Porta, ne discuto con il direttore di Barbadillo.it, Michele De Feudis, che ha deciso di dare vita al sito, proprio per avere uno spazio libero e di costruzione, dove si potesse andare oltre la pressione dei pregiudizi, il conformismo dei partiti, e se molti di loro si sono formati e guardano al “Borghese”, come esempio non conforme, altri che sono arrivati dopo vengono da esperienze diverse, che convivono senza problemi.
«L’italia non ci piace ma non per questo ci aggiungiamo a quelli che urlano, strepitano, noi abbiamo pensato a una rivista di tipo diverso come quelle universitarie tedesche di inizio Novecento – che anche quando fa polemica come è accaduto col Presidente della Repubblica sulla nomina dei nuovi senatori a vita – lo fa pacatamente e argomentando. Facciamo ricerca, proviamo a trovare il filo rosso tra Tolkien, le serie della HBO, Accame e Capitan Harlock, Chatwin e Fante, potremmo dirci come Franco Cardini e nel suo senso: cattolici, socialisti ed europei. Avevamo bisogno di un posto dove provare a ricostruire un percorso comune, diverso dalle destre di governo, alternativo alla cultura che ci viene data, non è detto che ci riusciremo ma ci stiamo provando. Non c’è una precisa collocazione secondo gli schemi dei giornali, c’è la volontà di una ricerca basata sulla cultura del fare e come scopo abbiamo la modernizzazione del paese, a partire dal dialogo, con la base di una curiosità che non ha parti». Così De Feudis, motiva, la sua scelta, che non si può che condividere, se andate ora sul sito troverete – tra le tante cose – una intervista a Marco Tarchi che si interroga su quello che sopravviverà a destra, un post sulla Stella Rossa di Belgrado, uno su D.H. Lawrence critico verso l’industrialismo, insomma scritture inconsuete e fuori dal tempo, non da usa e getta, perché hanno al centro non i numeri da raggiungere, le parti da soddisfare ma un lavoro culturale, lento, e lontano, proprio come una vecchia ala destra di una squadra di provincia, un calciatore del Subbuteo, e un campo davanti tutto da occupare, si spera con uno schema vincente, un modulo che faccia divertire anche quando gioca fuori casa.
* da Il Mattino di Napoli del 5 ottobre 2013
** Marco Ciriello, giornalista de “Il Mattino” e “D”, scrittore autore del romanzo “Il Vangelo a benzina” (Bompiani)