Il calcio – ormai da anni – si è fatto industria. I club sono diventati aziende e le partite un prodotto, da vendere alle pay tv, in cambio del denaro che ormai sorregge l’intero sistema. I tifosi sono stati così ridotti al ruolo di consumatori, di clienti. Devono accettare un calendario delle partite condizionato dai palinsesti televisivi, maglie stravolte dal marketing e biglietti sempre più costosi. Molto presto, persino partite disputate all’estero, a caccia di nuovi mercati, in un gioco sempre più elitario. “Contro il calcio moderno” prova a ricostruire il fenomeno della Football Industry, la deriva televisiva, affarista e repressiva intrapresa dal mondo del pallone. E che il Covid finirà per accelerare, trasformando gli stadi in teatri.