Musa ispiratrice di Stephen King, icona della fiaba gotica nel XX secolo, anticonformista e ribelle rispetto all’ideale di bellezza americana.
Shirley Jackson porta alla luce romanzi e racconti trincerati in una atmosfera straniante, aliena, turbativa.
Al confine tra normalità e pazzia il suo linguaggio descrittivo e prescrittivo è chiaro tanto da portare il lettore allo sbigottimento raggiunte le ultime pagine.
Questa intera silloge proposta dalla casa editrice Adelphi evoca il titolo dal primo dei quattro racconti di cui è composto il libro e che, riassume l’idillio e l’illustre pandemonio nascosto nei ghetti della mente umana.
Il 26 giugno 1948 il New Yorker pubblicò ‘La lotteria’ suscitando scalpore e sgomento tanto da indurre molti a denunciarne l’assurda illogicità della pubblicazione pensando ad una veridicità dei fatti.
Perché? Una mia personale interpretazione parte dal concetto di ‘banalità del male’ così come ossequiato da Heichmann durante il processo in Gerusalemme nel 1961. Non è necessario essere malvagi per uccidere, devastare, generare feroce nequizia. Il fulcro del pensiero segue la ‘consuetudine’ così come accade nel diritto italiano. Seguire le azioni visceralmente ascritte al vento del presente, documentare con la propria condotta un evento seppur incomprensibile ai posteri.
La signora dell’horror nebulizza con semplicità e maestria agli americani e noi tutti il riflesso delle proprie facce. Credo che la paura possa essere il risultato della consapevolezza, del sentirsi coscientemente capaci di generare il male e, decodificarne il significato sia altrettanto difficoltoso.
Per questo l’autrice è stata incompresa e bistrattata dalla mediocre intelligenza. Occorre riflessione ed istinto famelico per scendere negli inferi della capacità cerebrale. Leggerete questo libro in meno di un’ora ma per rielaborarne il significato criptato, soprattutto, dalla semplicità di lessico occorre lucidità e senso estremo della perversione antropologica. Il percorso letterario dell’autrice non è articolato ma riassume con ossessiva compagine la società come concentrato di surrealismo ed inquietudine.
I suoi scritti “finiscono con una svolta che ti porta dritto in un vicolo buio” così come ella scriveva di sé stessa.
*La lotteria di Shirley Jackson (Adelphi editore, pagg. 83, euro 8)