Sul referendum si registra una ennesima frizione tra mondo intellettuale della destra tradizionale e partiti sovranisti. Intellettuali e accademici di area sono mobilitati sul fronte del No al taglio di parlamentari, riforma che avviene totalmente decontestualizzata dagli equilibri che hanno garantito dal dopoguerra le regole politiche italiane.
Lega e Fratelli d’Italia sono schierati per il Sì: per Salvini e la Meloni si tratta di accarezzare gli istinti dell’antipolitica da non lasciare al monopolio di Di Maio e compagni. Ma sullo sfondo emerge – come scriviamo da tempo – una sottovalutazione della necessita di far precedere ogni cambiamento strutturale delle regole del gioco da approfondimenti e studi giuridico-costituzionali. Questo iter, però, non può essere appannaggio delle strutture che producono pensieri politici brevi e immediati per i social, vero fortino elettorale delle destra. Per mettere mano a queste norme sono necessari studiosi in grado di approfondire e produrre analisi da meditare (e magari discutere negli organi collegiali di partito, se esistessero ancora).
Nei prossimi giorni prenderà forma anche un manifesto del mondo intellettuale più vicino alle destre per il Fronte del No (ma su queste posizioni ci sono anche commentatori non di sinistra come Ernesto Galli della Loggia e buona parte del mondo poscomunista). E’ una scelta di onestà intellettuale, ma poco influente sul piano elettorale. L’esito del referendum è già segnato. Vincerà il Sì, e risulterà plastica, ancora una volta, la distanza tra mondo della ricerca intellettuale e partiti.
L’occasione, allora, può essere propizia per riflettere sulla necessità di una nuova osmosi tra cultura e politica, a condizione di accettarne la dialettica. Non si può certo stabilire il posizionamento di un partito nazionale suon referendum con un messaggio via chat…
Tra i più accaniti sostenitori del NO al referendum vi è la Bonino, portatrice di idee tutt’altro che conservatrici, come abortismo e antiproibizionismo. Per quel che mi riguarda, il fatto che la radicale faccia parte del fronte del No, è una ragione più che valida per votare SI.
nient’affatto d’accordo! di quali intellettuali parla l’articolista? fuori i nomi! Io ad esempio sono per il SI. E’ patetica questa volontà di conservare le cose così come sono e poi si trova in buona compagnia con l’ANPI e ciarpame del genere!
I vaffanculisti sono per il sì, Zingaretti è per il sì, i legajoli fessi pure ecc. Ma perchè diavolo la destra dovrebbe mai essere per il sì? Nooooooooooo! Noooooooooooo! Nooooooooooooo!!!
Nooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!
Tutto il mondo conservatore o di “destra” se si preferisce è per il “No” non diciamoci cavolate, per il si sono 5stalle, piddini e sinistrume vario, votare “Si” significa votare a favore di questo governo e per una minore rappresentanza per i territori, io non andrò a votare ma la verità è questa, e la presunta opposizione si dimostra ancora una volta stampella di questo governo…
Anche se al referendum vincerà il SI, il M5S è comunque destinato all’estinzione. Non sarà il referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari a salvarlo. Può recuperare un po’ di consensi – anche se non farà più il 32% come nel 2018 – solo se decide di staccare la spina al governo col PD e andare a elezioni anticipate.
Io credo che per valutare una riforma non bisogna far riferimento a chi l’ha fatta, ma piuttosto alla sua bontà o meno. Ho votato Lega sia alle Politiche del 2018 che alle Europee del 2019, ma con molte riserve, e considero buona questa riforma anche se fatta dai pentagrulletti, che si sono dimostrati il peggio che la politica potesse esprimere, e perciò domenica prossima mi recherò alle urne e voterò SI. Buona ma insufficiente, perché bisognava fare una cosa più ampia che prevedeva tra gli altri l’abolizione del bicameralismo perfetto con l’attribuzione del potere legislativo alla sola Camera dei Deputati, l’abolizione dei senatori a vita, ed una legge elettorale di tipo proporzionale con premio di maggioranza alla lista o coalizione che prende più voti, sbarramento al 4% e reintroduzione delle preferenze.
x Stefano; “tutto il mondo conservatore è per il NO”: falso, assolutamente falso! Ti invito a leggere l’articolo che Marcello Veneziani ha pubblicato su La Verità del 22 agosto 20 intitolato La padella e la brace del referendum in cui dopo aver esaminato obiettivamente i pro e i contro del referendum conclude. “Ciononostanre è leggermente meglio avere 600 parlamentari piuttosto che quasi 1000. Per una questione simbolica, forse etica, forse logistica”. Tu scrivi: “per il SI sono 5stalle, piddini e sinistrume vario”: falso, quel concentrato di odio e di faziosità che è l’ANPI si è pronunciata per il NO, così come LEU e settori del PD (avrebbero volentieri fatto campagna per il NO Zingaretti e soci, ma c’è di mezzo il governo, pardon le poltrone!). Cacciari ed altri soloni della sinistra sono per il NO. Dunque?
Stefano. E va a votare, please… Chi non vota ha sempre torto.
Sandro a me questa pare proprio la solita menata anti-politica e falsamente anti-casta, la riduzione dei parlamentari era nel Piano di Rinascita Democratica e questo già la dice lunga, si riduce rappresentanza politica ed i parlamentari saranno nominati con liste bloccate, a livello di costi i risparmi sono inesistenti, a livello legislativo cambia poco o nulla perchè se le leggi si vogliono fare si fanno lo stesso anche con l’assetto attuale, quale sarebbe l’utilità di questo taglio se non quello di andare a creare una vera e propria oligarchia decisa dalle segreterie di partito? Sul fatto del mondo conservatore, Veneziani è vero si è schierato a metà strada così come fece già al tempo del referendum proposto da Renzi, ma il resto del mondo intellettuale e popolare conservatore, almeno quelli che ho seguito recentemente , sono quasi tutti per il NO ma questo ovviamente non significa nulla in se e per se, la riforma è divisiva in modo trasversale agli schieramenti quindi non è tanto una battaglia ideologica in questo caso anche se questo cavalcare da parte di tutti l’ondata dell’anti-politica a me personalmente non piace ed anzi vedo sempre più in atto una svolta neo-autoritaria che scavalca la politica e che questa riforma andrebbe ancora di più a sostenere. Per il resto e rispondo anche a Felice sono stanco di occuparmi di questioni inerenti lo stato comatoso di questa pseudo-democrazia, preferisco discutere di cultura, di storia , di sport o di qualsiasi altra cosa in questo momento, sono sempre stato un anti-democratico convinto(l’unica democrazia accettabile per me sarebbe quella organica e corporativa), ho sempre avuto una visione aristocratica ed eroica della politica e della vita, votare sulle sorti di questa democrazia terminale mi deprime e quindi non andrò, vinca chi deve vincere a questo punto mi interessa poco anche perchè non vedo concreti risvolti politici, anche se vincesse il NO il governo non credo che cadrebbe a meno di colpi di coda di Renzi e anche se cadesse non vedo le alternative come vere alternative(seppur peggio dei giallo-fucsia non ci può essere nient’altro, direi che peggio della “destra” attuale c’è solo la “sinistra” attuale)… Insomma stavolta me ne sto a casa, diciamo che se fossi costretto con una pistola alla tempia ad andare alle urne sarei sicuramente per il NO, ma dato che nel Lazio non ci sono nemmeno regionali e comunali non mi interessa sprecare tempo per questo referendum su una Costituzione ed un Parlamento in cui non mi sono mai riconosciuto e mai mi riconoscerò… Felice lo so che avrò torto, ma sono abituato a stare dalla parte del torto, senza citare Brecht, ve lo risparmio… Infime concedetemi una boutade che non lo è in realtà: maledetto fu quel 2 Giugno!
Voto no. Chiaro e netto.
Ho già votato SI, con la speranza che con più selezione ci sia più merito preparazione,consapevolezza etica della missione..
Se dovesse prevalere il NO, questa carta Costituzionale sclerotizzata contraddittoria e anacronistica rimarrà per altri 100 anni, perchè qualunque sia pur timido e incompleto tentativo di riformarla abortirebbe in partenza! Inoltre con la prevalenza del SI c’è una possibilità che questo parlamento venga sciolto prima dell’elezione del Capo dello Stato, perchè altrimenti un parlamento non più legittimato (dal suo voto stesso e dal responso popolare) eleggerebbe la suprema magistratura della Repubblica!e sarebbe di sicuro un bel problema costituzionale! per il resto concordo con Stefano, anch’io sono per una democrazia corporativa e per uno Stato organico, ma bisogna purtroppo stare con i piedi per terra!
Contro vaffanculisti, pidioti e questo governo solo una consegna, imperativa per tutti: NO!!
Intanto Giorgetti ha di fatto invitato a votare NO!
Finalmente a destra qualcuno apre gli occhi…. Votare No!
Sono ancora indeciso. Tendenzialmente per il SI ma nelle ultime settimane qualche dubbio mi è venuto. Cerco comunque di non guardare alle (presunte) conseguenze politiche del voto e di concentrarmi nel merito del quesito referendario.