Augusto Grandi, direttore e animatore del quotidiano ElectoMag, in Italia nelle Europee si sono affermate forze come Lega e M5S che criticano l’impianto dell’Ue. Che peso avranno nelle dinamiche del sovrastato europeo?
“Scarso, se non nullo. Popolari e socialisti, seppur in flessione, saranno obbligati a cercare alleanze. Ma appare decisamente improbabile che rinuncino a gestire insieme il potere, coinvolgendo liberali e magari i Verdi, piuttosto di arrivare ad una rottura che porti il Ppe a cercare un accordo con Salvini e Le Pen, più conservatori e qualche altro”.
Il successo della Lega. Il partito di Matteo Salvini, ormai nazionale, è incasellabile nelle categorie della destra italiana?
“Dipende cosa si intende per destra. Il populismo di Salvini nasce come risposta ad una esigenza vera, reale del popolo italiano. Però non si può andare avanti a lungo con l’emergenza immigrazione. Anche perché la magistratura continua ad intervenire rendendo vani gli sforzi per frenare il flusso migratorio ed i rimpatri sono poco più che una farsa. Per la Lega sarebbe necessario un salto di qualità nella scelta dei propri rappresentanti ma anche di collaboratori con competenze specifiche nei diversi campi. Invece si procede con un personale politico spesso imbarazzante e si continua ad affidare agli avversari politici le iniziative culturali, economiche, di immagine. Basti pensare al Festival dell’Economia di Trento ed alla riconferma di Boeri”.
Che spazio resta per gli eredi di An, ovvero per Fratelli d’Italia della Meloni?
“I fratelli d’Italia si sono alleati con Fitto in Europa e stanno imbarcando esponenti in fuga da Forza Italia. Il loro obiettivo non è proseguire, in modi diversi, l’esperienza missina, ma di trasformarsi in una nuova Forza Italia, nella consapevolezza che la fine di Berlusconi porterà alla disgregazione del partito di plastica. Meloni avrebbe potuto sognare in grande e prepararsi a raccogliere l’eredità della Lega se Salvini dovesse deludere gli elettori continuando ad affidarsi a persone di scarsa qualità che non potranno garantire lo sviluppo del Paese. Invece ha scelto di sostituire Berlusconi e le sue Erinni, la corte dei miracolati più che dei miracoli”.
Nel panorama europee c’è un modello di destra sovranista e patriottica di governo a cui le forze politiche italiane dovrebbero guardare?
“Manca completamente, in Europa, un partito sovranista che sappia guardare alla politica continentale invece di limitarsi a curare l’orticello di casa. Non si comprende che le sfide globali richiedono risposte collettive. Invece ciascuno per sé ed alleanze solo di comodo per approfittare dei vantaggi offerti dalla creazione di gruppi parlamentari. Se poi si aggiungono i casi di corruzione o le gravissime cadute di stile di alcuni esponenti della cosiddetta destra sovranista, il panorama appare tutt’altro che positivo. Senza dimenticare che in Paesi come la Danimarca la sinistra ha deciso di cavalcare il rigore contro gli immigrati ed in questo modo ha vinto ridimensionando drasticamente i sovranisti locali”.
Come giudica il dato di Marine Le Pen in Francia? E il lancio della giovane stella sovranista Bardella, capolista supervotato?
“Marine ha avuto un’occasione irripetibile alle presidenziali e l’ha sprecata sbagliando completamente la campagna elettorale. Non si è arresa e questo è stato un atteggiamento coraggioso premiato alle europee. Bardella può essere un’opportunità per il futuro del partito. Purché eviti gli errori di altri giovani leader emergenti europei. Emersi e poi spariti nell’arco di pochi o pochissimi anni”.
Il governo giallo-verde è in fibrillazione. Se dovesse trovare la quadra potrà indicare un commissario europeo e arrivare in posizione di forza all’elezione del prossimo presidente della Repubblica. E’ una buona ragione per auspicare che prosegua l’esperienza di governo?
“Deve proseguire per mancanza di alternative. La Lega ha sondaggi eccezionali ma non si sa ancora per quanto tempo. Risultati che verrebbero ridimensionati nel caso di un’alleanza con Berlusconi che insiste a rivendicare un ruolo determinante per Forza Italia anche se il voto dimostra che il partito procede verso l’estinzione. Quanto ai pentastellati, l’alternativa è un’alleanza con il Pd. Piacerebbe all’ala ottusa di Fico, ma non agli elettori. E se l’accordo giallo verde servisse per eleggere un presidente della Repubblica completamente diverso da Mattarella, allora sì, varrebbe la pena di proseguire l’esperienza nonostante la serie infinita di errori”.
Destre e cultura. Il fiorire di case editrici non allineate segna una maggiore attenzione dei cosiddetti riferimenti politici per le nuove elaborazioni culturali?
“Assolutamente no. Lo si vede nella composizione delle liste per le elezioni locali, lo si vede nelle iniziative dei “politici di riferimento” dopo aver conquistato scranni ed assessorati. Manca, ora come sempre, la capacità di incidere, di far squadra, di valorizzare la propria componente culturale”.
Nel panorama Rai c’è l’eccezione virtuosa del Tg2 di Gennaro Sangiuliano che spicca per pluralismo e attenzione per le culture non conformi. Il resto della programmazione?
“Il resto non è cambiato e non può cambiare sino a quando ciascuno gioca per proprio conto. Non si fa Sistema, non ci sono sinergie. E c’è sempre il terrore delle critiche dei giornalisti di quotidiani che nessuno legge più. Allora, per evitare critiche, non si cambia nulla”.
Una buona lettura da consigliare ai nostri lettori per l’estate, un testo per comprendere il nostro tempo?
““Il secolo asiatico?” di Parag Khanna. Dopo un XIX secolo europeo ed un XX secolo americano, il XXI può essere quello dell’Asia. Non soltanto la Cina, sempre più vicina non solo con la Via della Seta ferroviaria e marittima ma anche con l’espansione in Africa, ma anche l’India, l’Asia centrale ex sovietica, l’Iran. Senza dimenticare la forza finanziaria degli Emirati. In Italia si trascura una realtà che è in rapida crescita in ogni settore”.
Analisi pienamente condivisibile. Aggiungo che sia Lega che Fratelli d’Italia hanno posizioni non contrarie al neoliberismo.
Il sovranismo non esiste. Semmai l’identitarismo. Non c’è alternativa al neoliberalismo. L’URSS è finita da un pezzo e la Cina segue politiche di mercato.
Invece è meglio trovarla un’alternativa al neoliberismo, altrimenti non ne usciremo mai da questa crisi. La Cina segue l’economia di mercato solo quando risponde ai suoi interessi. É mercatista quando si tratta di esportare, ma quando si tratta di importare é protezionista. Inoltre lì lo Stato è l’assoluto controllore dell’economia, una situazione totalmente opposta all’Europa, nei cui paesi il ruolo dello Stato in economia è ridotto ai minimi termini.
Werner. Scusa, ma non è vero. Il ruolo degli Stati in Europa è persin troppo rilevante. Ed il ruolo pubblico, burocratico, ancor di più, per il male di tutti… Pensa ai sindacati protettori di lazzaroni, all’infame reddito di cittadinanza, ad esempio, agli ammortizzatori sociali che, totalmente snaturati, sono un premio ai “non lavoratori” ecc.ecc.
Visto che lo Stato italiano da troppo tempo è gestito da dilettanti allo sbaraglio, da furbastri e dilapidatori del pubblico denaro (in mille modi…) occorre ridurre lo Stato e tutto l’apparato pubblico, l’infame cancro del politicume, non pensare che da esso venga la salvezza. Magari ci fosse più mercato, relativamente libero, magari trionfasse qualcosa del liberalismo o neoliberalismo… La critica al neoliberalismo è patrimonio della sciagurata sinistra latinoamericana, dai lontani seguaci dei Castro, gaglioffi narco-marx-bolivariani, tanto incapaci quanto dannosi, tanto corrotti quanto distruttori…Non facciamoci contagiare!
Werner. In Cina comanda non lo Stato, ma la consorteria comunista al potere da 70 anni. Marcia sino al midollo. L’unica cosa buona che ha fatto è di aprire l’economia alle leggi del mercato globale. Ma nessuna illusione sui comunisti, mai…
In confronto ai comunisti cinesi la banda di Al Capone era la San Vincenzo….
Felice c’è una cosa che nonostante la tua cultura ed intelligenza ti ostini a non voler accettare, ovvero che ciò a cui il comunismo aspirava, ciò che tu hai sempre odiato, è stato realizzato proprio dal neo-liberismo, dal “partito radicale di massa” in cui si è trasformata la vecchia sinistra, quello che sostituisce o aggiunge Freud a Marx, quello del permissivismo totale, dei dritti per tutti, quello che ha sostituito le minoranze etniche, lgbt etc alla lotta di classe, quel partito che odia l’uomo etero e bianco, che odia la famiglia tradizionale, le identità culturali e le tradizioni, il partito del consumismo individualistico, dell’edonismo senza freni, del relativismo intellettuale, il partito trasversale del marxismo culturale unito alla destra tecnocratica-economica, la super-ideologia denominata appunto neo-liberismo o capitalismo assoluto ha compiuto questa grande “mutazione antropologica”… Questo è il nuovo comunismo, o la sua realizzazione “perfetta”, questa è la sovversione totale della società, questa è la minaccia più grande per noi e soprattutto per i nostri figli, nipoti etc… Devi assolutamente rileggerti Augusto Del Noce http://www.marcelloveneziani.com/ritratti/ritratti-augusto-del-noce/
P.S. La Cina è forte perchè non ha aderito a questa ideologia radicale di massa, così come la Russia, perchè fa della sua identità e unione etnica e culturale la sua forza, perchè non odia la propria “razza” come invece succede nell’occidente dove c’è gente che gode nel vedere la “grande sostituzione”, in Cina come in Russia e in altri luoghi lo Stato garantisce questa unione di intenti, questa direzione comunitaria, li le minoranze non contano, lgbt etc e diritti per tutti non possono esistere, al di là di tutto sono molto meglio di noi che ci stiamo volontariamente suicidando…
In aggiunta a quanto detto, a proposito di immigrazione e “auto-razzismo” occidentale consiglio di dare uno sguardo a questo incontro organizzato da “Oltre la linea” con lo scrittore Emanuele Fusi che delinea un quadro molto controverso ma che inevitabilmente va preso in considerazione
https://www.youtube.com/watch?time_continue=967&v=izlFiDjavNo
@Guidobono
Certo, ma il Partito Comunista, che è l’unico partito ammesso in Cina, ha il pieno potere politico, dunque rappresenta lo Stato che non a caso si chiama “Repubblica Popolare Cinese”, proprio per ribadire il fatto che Stato e Partito sono un tutt’uno. Che poi in economia rispetto al PCUS sovietico presenti dei distinguo è vero, ma si tratta comunque di un sistema dirigista che comprende elementi sia del collettivismo che del capitalismo. Sicuramente nessun imprenditore cinese può avviare la sua attività senza prima possedere la tessera del PCC, e su questo ti do ragione. Inoltre, come ha ben scritto Stefano, il comunismo cinese non è mai stato internazionalista, anzi ha un carattere marcatamente nazionalista e imperialista. Qui da noi in Occidente, dove dominano il neoliberismo e l’ordoliberismo, guai a parlare di Stato presente in economia, eppure gli industriali occidentali da decenni fanno affari con la Cina e le multinazionali producono in loco gran parte delle loro merci, perché pur essendoci il comunismo da 70 anni, i lavoratori non hanno garantiti nemmeno i più basilari diritti sociali, ma sono sfruttati e trattati come schiavi, per cui per ragioni di costi hanno colà trasferito la produzione.
@Stefano
Ma è evidente che qui da noi in Occidente sono state le forze politiche liberali a diffondere il marxismo culturale, perché se fosse stato diversamente il Sessantotto non avrebbe trionfato. E invece questo maledetto fenomeno, una sciagura ben peggiore della Rivoluzione giacobina del 1789 (rivoluzione liberale, specifichiamolo), ha ucciso l’Europa e gli europei, i quali avendo per gran parte il cervello (e forse anche l’anima) completamente imbevuto di nichilismo, relativismo, individualismo e consumismo, non fanno più figli e si stanno condannando all’auto-estinzione. Il video di cui parli, l’ho guardato ed è molto interessante. Fa vedere chiaramente come noi Europei siamo gli unici in tutto il pianeta ad avere disprezzo di sé stessi, che rinnega le proprie tradizioni e ha tagliato i legami con le proprie radici culturali, filosofiche e morali, in nome di un concetto malato di modernità. Da questo deriva l’autorazzismo di cui il video parla, ma tutto questo non è avvenuto in maniera spontanea, e si tratta chiaramente dell’attuazione di un progetto ideato probabilmente a inizio XX secolo dalle élite che da sempre detengono il potere. Mi auguro di non essere preso per un complottista, ma sinceramente stento a credere che certi cambiamenti radicali, e per giunta negativi, possano avvenire senza che vi sia il supporto di qualcuno. Nel 1970, Evola – che considero una delle migliori teste pensanti del XX secolo – denunciava la “negrizzazione” dell’America, che di fatto si è materializzata, perché non domina più il modello culturale di matrice europea, ma la “cultura” afro, e lo si vede dalla diffusione di quel genere musicale spazzatura, l’hip-hop, che tanto consenso (purtroppo) riscuote tra i nostri giovani. Ma essendo dal 1945 l’Europa occidentale un’appendice degli USA, la “negrizzazione” culturale ha preso subito piede qui nel nostro continente, e ho l’impressione che stia producendo effetti ben più devastanti che Oltreoceano.
Gli imprenditori vendono e fuggono anche perchè da noi c’è ‘troppo Stato’, troppe tasse, troppa burocracia, troppo sindacato, troppa corruzione, troppa malavita organizzata e tollerata. Quindi molto Stato anche se cattivo. E tutte le idee balorde o sono importate (e lì c’è poco da fare, non ci si può rinchiudere in una bolla) o sono ‘introdotte’ proprio dall’eccesso di Stato e della Pubblica Amministrazione…Senza Stato non ci sarebbe Erasmus…Saluti!